La CGIL di fronte alla preoccupante situazione sociale che degenera nel quartiere la Guglia, si sente in dovere di ricordare che già dal 2013 presentammo alle Amministrazioni Comunali che si sono succedute, una piattaforma rivendicativa per le periferie nord che contiene riflessioni per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica, indicazioni sul dissesto idrogeologico responsabile anche del degrado di molti immobili e la necessità della presenza di servizi sociali e sanitari
Recentemente, nell’ultimo contatto con l’amministrazione anche a seguito dei fatti di via Bengasi, è stato proposto da parte del Comune un protocollo d’intesa fra soggetti competenti e attivi atto a promuovere e portare avanti anche quelle che erano le nostre rivendicazioni.
Tali operazioni devono utilizzare tutte le risorse, comprese quelle del PNRR, più congeniali ai nuovi bisogni.
Per noi la priorità passa attraverso la riqualificazione dei quartieri con una rete ben collegata, gestita e monitorata direttamente dalla pubblica amministrazione.
Occorre urgentemente intervenire e contemporaneamente aprire un confronto che provi a mettere in campo azioni trasversali che passando dalla riqualificazione abitativa e dalla lotta all’abusivismo sviluppi presidi di legalità, riporti anche nei quartieri nord la tranquillità e il decoro degni di una città che guarda al futuro senza pregiudizi e con servizi adeguati e inclusivi.
L’abusivismo è una piaga che passa dal bisogno ma anche dall’illegalità. Se le famiglie che occupano sono sconosciute o composte da nuclei variabili, debbono essere ben mappate attraverso tutti gli strumenti a disposizione dell’ente gestore e dell’ente pubblico proprietario al fine di intervenire.
Quindi partendo dal presupposto che noi siamo fortemente contrari ad un territorio blindato, serve vigilanza continua e prevenzione e supportare la gente per bene, specie quando va in difficoltà perseguitando l’illegalità.
Occorrono presidi del territorio che partendo da indagini sul campo delle necessità del tessuto sociale, provino a prendere in carico i bisogni in modo integrato attraverso attività educative anche per adulti e ludico ricreative, sociosanitarie e assistenziali, ai quali affiancare mediatori culturali, antropologi, sociologi competenti ed esperti.
Occorre far vivere la comunità attraverso l’inserimento di attività e servizi di prossimità.
Per le motivazioni di cui sopra chiediamo all’amministrazione di illustrarci l’andamento dei piani di investimento per i quartieri con il rispettivo cronoprogramma, oltre alla verifica delle fattibilità delle nostre proposte per rilanciare complessivamente la rigenerazione urbana.
Come organizzazione sindacale, attraverso le nostre leghe (sportello sociale) e gli sportelli del SUNIA, stiamo presidiando i territori con punti di ascolto in tutta la città in modo da poter dare un primo aiuto ai cittadini, raccogliendo sia le criticità che gli spunti che questi possano dare.
Poi l’ascolto si deve trasformare in azione e solo attraverso un’azione comune possiamo pensare di uscire dal giustizialismo per mettere in campo percorsi virtuosi e efficaci.
Monica Cavallini (segreteria Cgil)
Patrizia Villa (Sunia-Cgil)
Giuseppe Bartoletti (Spi-Cgil)