La Cgil provincia di Livorno negli anni scorsi ha presentato, sulla base del Piano del Lavoro nazionale della CGIL, Il Piano del Lavoro della Provincia di Livorno, riguardante situazione economica e occupazionale del territorio, che abbiamo aggiornato.
Le analisi fatte evidenziavano già una crisi sistemica di tutta la provincia di Livorno, con pesanti ricadute soprattutto nelle aree di Livorno e della Val di Cornia.
Il mancato ascolto dei segnali ha generato lentezza nell’ assumere strumenti straordinari (accordi di programma e riconoscimento dello stato di aree di crisi complessa) che, seppur importanti e strategici, non sono stati in grado di arginare l’emorragia di posti di lavoro che ha subito il territorio.
Comunque, se con la sottoscrizione degli accordi di programma abbiamo assistito a una ripresa di attrattività del territorio, ancora agli albori, questa non si è trasformata in occupazione stabile e qualificata anzi, spesso sfruttando anche la debolezza e lo stato di bisogno dei disoccupati, la timida ripresa occupazionale si è tradotta in posti di lavoro precari e di basso profilo qualitativo.
La mancata stabilizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici del territorio e il progressivo peggioramento delle condizioni del lavoro “stabile”, in termini di carichi di lavoro e di salario, hanno minato il clima sociale sul territorio: una condizione che purtroppo i funzionari e gli operatori della CGIL conoscono fin troppo bene, in quanto sempre maggiori sono le richieste di aiuto dei cittadini, anche di quanti non sono sindacalizzati o semplicemente non possono più esserlo.
Dai dati in nostro possesso, infatti, il lavoro presente sul territorio e quello offerto dalle aziende, è fortemente precario e flessibile, tutto ciò, aggravato dalla crisi sistemica, che spinge molti disoccupati ad accettare qualsiasi forma contrattuale pur di garantirsi un minimo di salario.
Il quadro è ancora più pesante per le donne, le quali spesso si trovano ad accettare condizioni di lavoro penalizzanti, che non tengono conto della conciliazione dei tempi vita/lavoro.
Questa situazione ha una doppia implicazione: da un lato genera una frattura pericolosa nella società e tra i lavoratori stessi e dall’altro danneggia le aziende “corrette” che non praticano questo sfruttamento.
Da un lato, perciò, esistono aziende che garantiscono diritti, messe, di fatto, in forte crisi da aziende che, sfruttando il crescente bisogno di lavoro, creano un dumping sociale sui diritti e sui contratti di lavoro e sulla sicurezza dei lavoratori.
Questa processo è fortemente presente in tutta la filiera degli appalti, dove la rincorsa a creare profitto produce soltanto una rincorsa a ridurre diritti tutele e salario dei lavoratori.
Tutto questo spingere a ribasso la qualità del lavoro, dei servizi e della qualità dell’occupazione, è pericoloso per l’economia territoriale, per i lavoratori e per i disoccupati, in quanto sta annientando le conquiste in termini di diritti e tutele: per questo a Livorno saremo impegnati con ancora più convinzione a portare avanti la battaglia per una nuova stagione dei diritti, sostenendo la “carta dei diritti universali dei lavoratori” e la campagna referendaria appena iniziata..
Il territorio della Provincia di Livorno ha delle potenzialità, ma occorre ritrovare insieme la via alta dello sviluppo e una condivisione degli obbiettivi da raggiungere.
Le parole d’ordine sono ancora:
– Futuro. Perché solo progettando il territorio insieme guardando verso nuovi orizzonti di sviluppo potremo cogliere le opportunità per le nuove generazioni
– Integrazione. Perché tutti noi dobbiamo riappropriarci dei concetti di Solidarietà, Collettività e Uguaglianza, proponendo una visione solidaristica, alternativa all’individualismo che trasversalmente colpisce ogni strato della società.
– Sistema. Perché occorre fare “gruppo”, dando risposte collettive ai problemi è l’unica alternativa ad un disegno di disgregazione sociale messo in atto dai grandi capitali, che tende a mettere al centro il singolo, abbandonato a se stesso nel far fronte alle crescenti difficoltà.
–Lavoro, Tutela e Diritti. Perché è fondamentale riappropriaci dell’etica del lavoro nella sua integralità, mettendo al centro la dignità della persona, pretendendo risposte concrete nella ricerca, nella qualità, nella Tutela e nella dignità di ogni lavoro e per ogni lavoratore e lavoratrice
Da questo la necessità di programmare sviluppare e costruire insieme quelle risposte che il tessuto sociale ed economico richiedono.
Quindi occorre partire da un disegno nuovo di territorio, un territorio integrato nel quale ogni Comune deve mettere da parte i propri interessi territoriali, dando quelle risposte sinergiche atte a migliorare la qualità della vita e del lavoro
Il valore del lavoro deve tornare al centro del dibattito, perché occorre investire nella qualità del lavoro:
•proteggere chi perde il lavoro e valorizzare le professionalità anche riqualificandole.
•contrastare il precariato, investendo di più nella formazione continua e nella buona occupazione.
Le attività industriali sono in declino, in forte crisi sull’area costa, ma la costa è anche il territorio con le caratteristiche adeguate per essere il motore di rilancio della Toscana.
Aver raggiunto l’obiettivo della sottoscrizione degli accordi di programma e del riconoscimento dello stato di aree di crisi complessa, per Livorno e Piombino non significa però aver raggiunto il rilancio dei territorio, purché, su Piombino, gli investimenti pubblici abbiano comportato un potenziamento importante in termini infrastrutturali, volti a favorire la filiera logistica.
Gli interventi previsti dagli accordi di programma, dove sussiste la necessità di investimenti del privato, sono in ritardo e questo non è più accettabile; richiamiamo, quindi, tutti al rispetto degli impegni presi, in primo luogo riattivando il confronto sul territorio attraverso lo strumento delle cabine di regia, riunite troppo raramente.
Non è più rinviabile la definizione di idonee politiche territoriali volte all’attrazione degli investimenti o alla realizzazione dei progetti sottoscritti.
E’ ormai intollerabile il mancato avvio di nuovi processi di industrializzazione, partendo dalle aree deindustrializzate, anche provvedendo velocemente alla loro bonifica e alla messa a disposizione del territorio.
La Presenza di aree SIN e SIR sul territorio sta rappresentando un freno a nuovi investimenti per questo occorre accelerare i processi di bonifica.
In un contesto di economia circolare, le bonifiche e l’impiantistica legata alle bonifiche può rappresentare un volano per lo sviluppo del territori.
Diventa fondamentale la formazione dei lavoratori e una forte sinergia pubblico- privato per creare una filiera ecologica, finalizzata alle bonifiche e alla valorizzazione dell’ambiente.
Per questo chiediamo un ruolo attivo della Regione Toscana, in coordinamento con gli Enti Locali interessati, per concludere le procedure e accelerare con la messa in mora dei soggetti inadempienti.
LEGGI TUTTO – Il documento è stato approvato dall’assemblea generale della CGIL Livorno del 13 gennaio 2017