Nei giorni scorsi abbiamo partecipato ad un incontro in video conferenza con la Società della Salute Valli Etrusche per un confronto sul Piano integrato sociosanitario di zona. In particolare abbiamo condiviso l’obiettivo di investire maggiori risorse sull’assistenza domiciliare e sulla necessità di una nuova politica urbanistica che favorisca il nascere di Condomini Assistiti rivolti alla popolazione più fragile;
Apprendiamo dal Tirreno (in cronaca di Cecina) che da mesi è stata rilasciata una autorizzazione a costruire una nuova rsa privata per 240 posti letto.
Interpretiamo questa notizia come un atto che si muove controcorrente, tra l’altro deciso da una amministrazione che fino a ieri è stata alla guida della Società della salute e della Conferenza dei Sindaci di Area Vasta Nord Ovest.
Il nuovo investimento si muove infatti su strade distinte e contrapposte alla programmazione pubblica la cui offerta di rsa è calmierata da un forte sviluppo dell’assistenza domiciliare che, ad esempio, in Val di Cornia ha fatto emergere oltre 300 posti di lavoro regolarizzati.
Sostenere le famiglie e mantenere anziani e disabili il più possibile legati ai propri affetti familiari è la scelta giusta che noi sosteniamo.
Ma anche la stessa esperienza del Covid 19 ci dice che occorre ripensare al ruolo dei servizi di prossimità puntando a piccole strutture facilmente gestibili e integrate nella comunità anche in caso di pandemia. Laddove, negli anni, si è consentito la grande dimensione si è assistito a grandi tragedie. Si obietterà che trattasi di investimento privato: ed è vero. Ma noi nutriamo forti dubbi in materia. Resterà una offerta privata vedremo?
Nel frattempo chiediamo alla Società della salute di esprimersi chiaramente circa il percorso seguito da questo investimento e sulla propria utilità rispetto ai bisogni espressi dal territorio della Val di Cecina.
A tale scopo abbiamo inviato richiesta di ulteriore incontro alla Presidenza della SdS Valli Etrusche in quanto riteniamo necessario un chiarimento circa gli indirizzi di programmazione e l’utilizzo delle conseguenti risorse sanitarie e sociali che, a nostro parere, devono mantenere anche in futuro il necessario equilibrio tra i diversi bisogni assistenziali.
Monica Cavallini (vicesegretaria generale Cgil provincia di Livorno)
Paolo Camelli (Uil sanità)