I lavoratori delle cave di Campiglia nell’assemblea di venerdi 11 novembre 2016 hanno analizzato la drammatica situazione della Cave di Campiglia, dopo la comunicazione dell’azienda alle Rsu e alle organizzazioni sindacali, in cui si prefigge in una prima fase di aprire la mobilità per 10 lavoratori e, qualora non ottenesse la concessione, la chiusura completa delle cave di Campigia entro il 2018.
I lavoratori rigettano tale intenzione e chiedono alle Rsu e alle categorie, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea CGIL, di adoperarsi per aprire un tavolo di trattativa congiunto con l’ azienda e le istituzioni, Regione Toscana e comune di Campiglia, il quale consenta di scongiurare i licenziamenti e il rinnovo delle autorizzazioni, che consentano stabilita all’azienda con prospettive di lunga durata.
I lavoratori non accetteranno la chiusura delle storiche cave di Campiglia, dove, tra l’altro, viene estratto anche materiale pregiato e unico come il microcristallino.
La fine di tale produzione, inoltre, potrebbe mettere in crisi aziende anche multinazionali, insidiatesi nei territori delle provincie vicine anche grazie alla nostra produzione.
La chiusura delle cave, oltre a mettere in discussione l’occupazione diretta e dell’indotto, potrebbe anche avere conseguenze occupazionali per queste grandi aziende che occupano migliaia di lavoratori.
I lavoratori chiedono urgentemente un incontro con il sindaco del comune di Campiglia Marittima.
Cave di campiglia: i lavoratori chiedono un tavolo di crisi in Regione
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