La Fillea CGIL di Livorno esprime sorpresa per le tardive polemiche scatenatesi sulle Cave di campiglia: qualcuno, infatti, dimentica l’esito del tavolo di crisi del 30 novembre scorso, di cui gli atti del consiglio comunale non sono altro che conseguenza relativamente agli impegni assunti in forma pubblica.
A quel tempo, forse, le polemiche sono state evitate in quanto erano in corso le azioni sindacale che hanno poi scongiurato subito 10 esuberi e la conseguente chiusura delle cave.
Ci chiediamo perché nessuno in quel momento abbia detto che era giusto licenziare i lavoratori e si è preso la briga anche di dirglielo in faccia, magari proponendo loro assunzioni in altri settori, i lavoratori delle cave, infatti, sono disponibili a valutare le proposte in quanto abituati a un lavoro che sicuramente è un “pochino” impegnativo.
Abbiamo chiuso il tavolo di crisi Regionale con tutti i soggetti interessati, azienda e istituzioni, e all’azienda non abbiamo certo lisciato il pelo.
Il verbale del 30 novembre, con i lavoratori in sciopero e presenti in assemblea, ha fatto rientrare gli esuberi proposti e, da parte nostra, abbiamo proposto un’ulteriore iniziativa per l’ottimizzazione dell’estrazione e per la tutela dell’ambiente
Al tavolo, ricordiamo, oltre a discutere della solidarietà, abbiamo proposto la creazione di un polo minerario a cui partecipino università e Istituzioni insieme alle aziende minerarie e alle aziende utilizzatrici dei materiali, utile per studiare come sviluppare un utilizzo più mirato del microcristallino, nel rispetto dell’ambiente, idea accolta con interesse dal Comune di Campiglia
La Fillea Cgil ritiene che, se ci si candita al governo, bisognerebbe smettere di urlare ma capire le conseguenze, provare a evitare disastri e magari chiedersi il da farsi; forse avrebbe più senso chiedere alle Istituzioni di cominciare davvero a costruire questo polo di studio e poter parlare con cognizione di causa.