La vicenda degli esodati è tutt’altro che risolta. E lo dimostra il drammatico caso di un esodato livornese, Domenico Amato, 53 anni, ex operaio Delphi: Licenziato dalla Delphi nel 2009 questo lavoratore è stato messo in mobilità per 3 anni e ha completato i versamenti con altri 4 mesi di lavoro. Sarebbe andato in pensione con 40 anni di contributi. Ma la legge nel frattempo è cambiata con il conseguente slittamento di 12 mesi e 20 giorni. E’ allora stata fatta domanda alla Regione per la proroga della mobilità in deroga, richiesta negata in quanto la mobilità copre solo 12 mesi. In conclusione: il signor Amato, per soli 20 giorni, non rientra nei requisiti richiesti per ottenere il sussidio e, se non sarà trovata una soluzione, resterà senza alcun sostegno fino alla pensione (luglio 2014). “Ho lavorato per una vita, sono un cittadino onesto e non merito di essere abbandonato dalle istituzioni che ho sempre rispettato” spiega “Quando perdi il lavoro, perdì tutto compresa la dignità”. “Casi come quello di Domenico sono tanti, troppi” spiegano Enrico Pedini segretario Spi Cgil e Enzo Cozzolini per il comitato esodati “Questi lavoratori hanno lasciato in anticipo il posto firmando con la garanzia di arrivare in tempi certi e con gli ammortizzatori sociali alla pensione ed invece per alcuni di loro è un cammino pieno di ostacoli. Chiediamo una sola cosa: Un articolo di due righe “Tutti coloro che al 31 dicembre 2011 hanno maturato i requisiti, devono avere i l diritto alla pensione. Punto. Faremo di tutto affinchè la situazione di Domenico, e di tutti gli altri nella sua stessa condizione, venga rianalizzata. Continueremo a portare avanti la nostra battaglia”.
Caso esodati. Spi Cgil: “Le istituzioni devono ascoltarci”
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