Bando di appalto relativo al servizio case famiglia del Comune di Livorno: un capitolato con 300 mila euro in meno che implica una drastica riduzione del servizio e provoca 13 esuberi.
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Il Comune di Livorno con questa manovra azzera la risposta della collettività ai tantissimi bisogni che nascono dalle peggiorate condizioni di vita, anche a seguito della perdurante crisi economica.
Il bando appena pubblicato, già presente sulla gazzetta ufficiale dell’unione europea da giorni, è stato individuato dai rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici che lo hanno letto ed esaminato, scoprendo una unica verità: lo smantellamento del servizio sociale.
“I tagli riguardano una modulazione del servizio – illustrano Fp CGIL, Fp Cisl, Fpl Uil e Fisascat Cisl – che comporta una riduzione dei posti di lavoro e una contrazione significativa del servizio di supporto offerto alla comunità dalle 3 strutture interessate”.
Le 3 strutture interessate perdono 23 posti di recettività, persone che il tribunale aveva assegnato alle strutture:
– 10 alla Palma per 8 bambini da 3 ai 12 anni, più due 2 posti pronta accoglienza, cioè inserimenti di emergenza (minore abbandonato);
– 6 al Melo per le madri con bambini, minori in difficoltà generalmente sotto i 3 anni
– 7 alla Quercia per minori dai 12 ai 18/21 anni.
Questi ultimi vengono in parte recuperati con l’apertura della struttura per minori dai 3 ai 18 anni che prevede 6 posti, non tenendo minimamente conto delle diverse esigenze legate all’età, affidati tutti ad un unico operatore.
I posti definitivamente persi sono, quindi, 17 e ciò implica che la comunità dovrà accollarsi il costo elevatissimo di 17 trasferimenti in strutture fuori dal territorio comunale, a fronte di un risparmio inferiore a 300 mila euro in due anni, quindi inferiore alla spesa che sarà affrontata o, peggio, i bambini in difficoltà saranno lasciati in famiglia senza ricevere nessun supporto.
Viene istituito al Melo un nuovo centro diurno per 18 minori dai 3 ai 17 anni (½ giornata) con la presenza di due operatori “La criticità maggiore è proprio quella del nuovo centro diurno – proseguono i sindacati – in quanto si mescolano ragazzi e bambini di ogni età rendendo impossibile l’attività educativa e il ruolo degli operatori si riduce alla sorveglianza. E’ veramente singolare che i bambini vengano allontanati da famiglie problematiche durante il giorno e riconsegnati alla sera come se niente fosse successo”
Tutto questo mortifica la professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici delle case famiglia e, inoltre, si riducono le chance di recupero delle situazioni già disperate, che si presentano ogni giorno alle porte delle strutture.
Questo intervento è grave non solo da un punto di vista sociale, ma ha anche pesanti ricadute da un punto di vista occupazionale “Il bando così come è costruito – sottolineano i sindacati – comporta la perdita di 13 posti di lavoro, perciò ne chiediamo l’immediato ritiro, considerando l’inutilità della convocazione da parte dell’Amministrazione comunale che lo ha già pubblicato senza alcun tipo di confronto”.
Ancora una volta questa amministrazione ritiene non necessario il confronto preventivo con le organizzazioni sindacali che rappresentano migliaia di lavoratori, cittadini, famiglie e pensionati e preferisce intraprendere percorsi in solitaria “Ovviamente – concludono i sindacati – metteremo in campo ogni iniziativa possibile per far recedere da decisioni così assurde e contrarie allo sviluppo e al benessere della città di Livorno”.