La Cgil provincia di Livorno e la Funzione Pubblica commentano l’ esito del confronto con l’Amministrazione Comunale di Livorno sul bilancio dell’Ente, definendolo surreale, in quanto sindaco e assessore al bilancio hanno negato un dialogo nel merito, dileggiando la delegazione.
“Quando le parti sociali sono invitate a una riunione per la presentazione del bilancio preventivo del Comune di Livorno – illustra il segretario generale CGIL, Maurizio Strazzullo – ci si aspetta che il sindaco e l’assessore al bilancio illustrino entrate e uscite, presentino degli schemi, argomentino le criticità e le linee guida adottate per rispondere alle esigenze dei cittadini. La delegazione CGIL, invece, si è trovata di fronte persone in vena di scherzare, come se i rappresentanti delle Istituzioni cittadine, in un frangente come questo, potessero permetterselo. Abbiamo assistito a un dialogo surreale, durante il quale siamo stati scherniti noi e di conseguenza tutti quelli che rappresentiamo. Onestamente per un attimo abbiamo pensato di essere su scherzi a parte, il dramma è che era tutto reale”.
“Avevamo preparato con attenzione questo incontro – aggiunge Golino, segretario generale della Fp CGIL Livorno – discutere del Bilancio, infatti, consente di confrontarsi sulle politiche dell’Amministrazione, in quanto le scelte sulla distribuzione delle risorse rivelano le reali volontà politiche della Giunta, consente di andare oltre la vuota propaganda e di discutere in concreto della vita dei lavoratori, dei pensionati e dei cittadini. Abbiamo chiesto della riscossione dei tributi, della lotta all’evasione, del sostegno al reddito, delle politiche di contrasto alla povertà, ma non siamo stati degni di risposta”.
“Avremmo voluto chiedere delle politiche sociali – conclude Golino, entrando nel merito di alcune vertenze aperte – di come sono state utilizzate le risorse strappate al Sociale, con la chiusura delle case famiglia e la drastica riduzione di fondi ai centri diurni e all’assistenza domiciliare e il conseguente licenziamento e impoverimento di quelle lavoratrici, avremmo voluto chiedere che fine hanno fatto i fondi disponibili per le assunzioni in Comune, spesi solo in minima parte, avremmo voluto chiedere che fine hanno fatto i 3,2 milioni di euro destinati ad AAmPS nel Bilancio 2015, senza i quali oggi l’azienda e l’indotto sono a rischio fallimento, ma ci è sempre stato risposto: non ve lo dico, non ho voglia, non ricordo, non vi riguarda, risatine e arroganza”.