Un fiume di bandiere rosse Cgil ha attraversato il cuore di Livorno. La rabbia era tanta come la frustrazione ma anche la determinazione, la voglia di esserci, di crederci e di sperare. Abbiamo voluto dire «basta» a tutto. Basta ai licenziamenti e basta anche alle bombe. Basta alle buste paga da 500 euro e all’azienda che ti sfrutta. Basta a un mondo che, anzichè migliorare, peggiora. Basta alla precarietà. Basta a Berlusconi, ovviamente, e basta anche a Marchionne, agli altri sindacati che firmano gli accordi separati. E in cinquemila l’hanno detto e l’hanno scritto con i loro corpi, a caratteri rossi e bianchi: «Basta». La rabbia è antica, i modi per esprimerla nuovi. Non un tradizionale comizio, ma un vero evento in Piazza della Repubblica dove ad alternarsi sul palco, con la conduzione del comico Claudio Marmugi, un gruppo di musicisti, i Four For Africa, operai, precari, impiegati, extracomunitari, commesse e pensionati. Ad aprire il corteo uno striscione che recita il primo articolo della Costituzione italiana: “L’ Italia è una repubblica fondata sul lavoro” dietro sfilano in un vivace corteo al ritmo di un intramontabile “Bella Ciao” lavoratori di ogni settore: le tute blu della Fiom, le commesse della Filcams, i precari, gli insegnanti, i portuali, i chimici, i bancari, gli impiegati della funzione pubblica, i pensionati, gli operai edili, gli operatori dei trasporti e delle aziende agricole, ma anche tanti bambini e giovani che vogliono sperare in un futuro migliore. Il breve corteo partito da Piazza Grande arriva in Piazza della Repubblica. E’ qui che in uno spazio transennato si dispongono i manifestanti che devono comporre la coreografia: la parola BASTA in rosso su uno sfondo bianco, alta 5 metri e larga 3, e composta da oltre 600 persone che tengono in mano dei cartoncini. Al grido di “basta! basta! basta!” le lettere si compongono piano piano fino a delineare perfettamente la parola. Poi un applauso e uno scatto fotografico che suggellerà questo emozionante momento e fisserà l’importante messaggio lanciato dalla Cgil. Dal palco riparte la musica e gli interventi: un basta alla precarietà arriva dai giovani del Nidil che liberano in cielo dei palloncini con le loro speranze, a seguire Alessandra Caroti, giovane lavoratrice metalmeccanica che dice basta agli accordi separati, Consuelo Giusti lavoratrice del pubblico impiego col suo bambino, Mauro Macelloni, lavoratore delle acciaierie arrivato da Piombino in bicicletta, Elena Mataresi, lavoratrice del commercio, Paja Rexhep, Bruno Calzolari segretario Spi Cgil, Alessio Medda in rappresentanza dei lavoratori dell’Elba, Rossella Vallini della Filctem, Michele Innocenti lavoratore del porto, Marco Marmeggi insegnante precario della Flc e Letizia Costa della Funzione Pubblica. “E’ stata una bellissima giornata di lotta e di proposta” ha concluso il segretario generale Cgil Maurizio Strazzullo “Basta. Noi lo abbiamo scritto. Da qui dobbiamo ripartire. Ringrazio tutti per aver partecipato con noi a questa importante manifestazione”.
I dati dello sciopero: L’adesione allo sciopero è stata altissima. Alla Trw hanno lavorato solo in 25 su 516 (con un’adesione superiore al 95%). Alla Magna di Guasticce l’adesione è stata dell’88%, dell’80% alla Compagnia Portuale, del 100% alla Tdt e all’Agelp, del 90% nelle società degli appalti ferroviari. Al call center di Guasticce ha scioperato il 40% del personale. Molte scuole sono rimaste chiuse così come ben 15 uffici postali. Il 60% alla Provincia e l’80% all’Upim e al Coin. Adesione elevata anche alle acciaierie di Piombino oltre il 75%, alla Solvay e alla Ineos di Rosignano oltre l’85%.
boia deh siamo sconci!!!!
e basta sia!!!!!
…..allora si puo’ ! Una giornata importante che ci fa sentire insieme nel desiderio di una vita piu’ umana. Ora continuiamo il nostro fare per riconoscere, esprimere ,realizzare diritti e …sogni ! Il prossimo appuntamento il12 giugno col Si ai referendum .
io non l ho fatto insieme a delle mie colleghe,il perchè sarebbe lungo e tortuoso
ma giuro ero con voi
grande giornata finalmente,ora pero’ dobbiamo continuare a martellarli su la precarieta fisco e lavoro
basta davvero! ci rendiamo conto che questo governo di oligarchi sta razziando dai beni comuni ai diritti fondamentali davvero di tutto,meno male ci sono giornate belle come quella di oggi e la speranza riemerge , grazie CGIL per l’organizzazione!
Grande Livorno!!!
Per essere lo sciopero di una sola sigla sindacale…. grande Livorno!
Susanna
No solo Livorno, Grande la Provincia di Livorno…