La popolazione si impoverisce, i prezzi aumentano, gli stipendi non crescono, l’inflazione galoppa, le pensioni non vengono adeguate al costo della vita: a tutto ciò si deve aggiungere che il contributo affitti che annualmente viene erogato per ristorare un minimo di spesa ai privati è stato decurtato di una sostanziosa parte: quella statale.
Ricordiamo che il contributo affitti è l’unico provvedimento che può aiutare quelle famiglie che non possono disporre di un alloggi Erp (malgrado ne abbiano fatto domanda da anni) e che si trovano in estrema difficoltà pagando affitti che incidono per oltre il 60% sul reddito familiare (senza contare le spese legate ai consumi).
Come più volte denunciato il governo Meloni ha scelto di tagliare le risorse per il contributo affitto per dirottarle interamente altrove, lasciando così a mani vuote centinaia di migliaia di persone che annualmente fanno la domanda per ottenere questo aiuto.
Lo scorso anno le domande per il contributo affitti sono state circa 1650 solo a Livorno ma si sono registrati dati assai elevati anche in provincia (Piombino 330, Rosignano 299, Cecina 200 per dirne alcune).
Quest’anno probabilmente soltanto 1 famiglia su 3 otterrà il contributo. Si tratterà oltretutto di un importo assai più basso, visto che le risorse disponibili sono state ricavate grazie a uno stanziamento da parte di Regione e Comuni ma come detto non da parte di questo governo. Senza contare che alcuni Comuni – visto le esigue risorse a disposizione – sono stati costretti a porre requisiti stringenti per l’ottenimento del contributo.
A non tutti forse è chiara l’estrema gravità della situazione. A noi purtroppo sì. Ogni giorno parliamo infatti con persone in grave difficoltà per problemi legati all’abitare e quindi sappiamo benissimo che le decisioni del governo legate alla questione casa avranno un impatto drammatico sulle vite di questi soggetti fragili. Sul territorio livornese, così come in tutte le altre parti d’Italia, aumenteranno le tensioni. Ma tutto ciò ai veri responsabili di questo drammatico quadro, ovvero la maggioranza di governo in carica, sembra interessare davvero poco.
Segreterie provinciali Sunia-Cgil, Sicet-Cisl e Uniat-Uil