Ancora una volta leggiamo sulla stampa le solite esternazioni di un gruppetto di persone che per il solo fatto di aver costituito un’ associazione, si è autoeletto a rappresentanza di chissà quali schieramenti, quando in realtà probabilmente rappresentano solo sé stessi.
Anche nelle recenti elezioni delle RSU sul territorio, hanno scelto di non candidarsi.
Le loro uscite e quelle di altri soggetti, populiste, non hanno mai evidenziato e sostenuto il fatto che Piombino debba tornare a colare acciaio: condizione indispensabile per Fim-Fiom-Uilm.
Oggi il soggetto imprenditoriale che deve garantire questo è il gruppo Cevital di Rebrab ma, se questo non avvenisse, il sindacato rivendica che sia Governo a garantire questa condizione.
Prevedere sinergie con altri stabilimenti, senza questa garanzia, potrebbe rivelarsi anche distruttivo per Piombino.
Per questo Fim-Fiom-Uilm hanno già dichiarato uno sciopero generale dei metalmeccanici per il 24 marzo che demarca una linea ben precisa: o Rebrab entro quella data confermerà il piano industriale, con al centro la siderurgia e i contenuti richiesti dall’amministrazione straordinaria richiamati nella lettera del 28/12/’16, oppure l’interlocutore per realizzare questi obiettivi per il Sindacato diventerà il Governo.
E’ curioso assistere a continue lettere sulla stampa da parte di vari soggetti sempre contro il Sindacato e la RSU.
La situazione è preoccupante e i tempi sempre più stringenti, la necessità di passare dalle parole a fatti concreti è sempre più urgente, ma non possiamo permetterci di perdere la testa, facendo danni a tutti i lavoratori.
Tutte le iniziative che abbiamo fatto, dal 2008 ad oggi, sono state fatte nella difesa dello stabilimento, della produzione di acciaio e per tutelare l’occupazione; come evidenzia la relazione del commissario, la proposta di 1860 assunti e di 340 esuberi fu modificata nella trattativa sindacale e poi accettata dal Governo, modificando l’offerta di acquisto da parte di Cevital.
Proseguendo nella Relazione del Commissario si nota che, in presenza di mancato finanziamento del Piano, si aprirebbero drammatiche problematiche sociali e industriali e che qualunque altra soluzione non può non passare da un accordo con Aferpi, per cercare soluzioni idonee gestionali ed industriali.
Fim-Fiom-Uilm ribadiscono che nel prossimo incontro al Ministero con la presentazione del Piano dettagliato, occorre che la solidarietà, così come prevedono gli accordi già firmati, sia confermata almeno fino al Luglio 2019 e, visto i ritardi fin qui accumulati e non imputabili ai lavoratori, richiediamo una proroga dell’attuale legge Marzano. Fim-Fiom-Uilm da sempre hanno messo come loro priorità la salvaguardia di tutta l’occupazione, e se per i diretti questa è rappresentata dalla realizzazione del piano siderurgico, per i lavoratori indiretti diventa fondamentale l’inizio delle opere di smantellamento.
E’ chiaro che l’obiettivo è il lavoro, e per arrivarci , confermiamo la richiesta al Governo , sia di estendere gli ammortizzatori sociali che di reintegrare al 70% la quota dei contratti di solidarietà.
Il Sindacato chiede che, al prossimo incontro, emergano delle novità positive, sia in merito al Piano Industriale, che alla continuità produttiva, agli smantellamenti e alle garanzie di tutela per i lavoratori.
Le iniziative, gli scioperi, le manifestazioni devono essere un mezzo in grado di ottenere dei risultati concreti e non uno sfogatoio per dire abbiamo fatto anche questo, quello non è sindacato è solo demagogia.
SEGRETERIE FIM-FIOM-UILM