La FP Cgil provincia di Livorno si difende dalle accuse mosse dal Fials sulla vicenda dell’accordo con Consorzio Costa Toscana precisando “Non fraternizziamo con i CDA delle cooperative, il nostro impegno è tutelare i lavoratori, attraverso accordi e tutela dei posti di lavoro”.
Nell’accordo siglato con Consorzio Costa Toscana la scelta politica è stata quella di non perdere nessun posto di lavoro “La Cgil difende anche i precari – sottolinea con forza la categoria – cosa che il Fials non fa, indicando nei cosiddetti “Jolly”, ossia i lavoratori che effettuano sostituzioni e non hanno turno fissi, come lavoratori da non assumere stabilmente nel passaggio di appalto”.
“La Cgil – chiarisce la FP – ha dovuto assistere alla richiesta dell’avvocato che collabora con il Fials di contratti full time a discapito di tutti i lavoratori, compreso delle proprie assistite, per la conseguente generazione d’esuberi nell’appalto”
“Per quanto ci riguarda, invece – prosegue la segreteria FP Cgil provinciale – più assemblee hanno dato prima gli indirizzi alla contrattazione e, successivamente, hanno ratificato l’accordo sindacale per il passaggio dei lavoratori nell’appalto. Teniamo a rendere noto che l’interesse dei lavoratori è stato assicurato anche dalla costante presenza al tavolo delle delegate legittimamente elette”.
Il Fials denuncia che l’accordo raggiunto dalle sigle confederali comporterebbe il massimo della discriminazione “Lo asseriscono – dice la FP Cgil – senza fare esempi concreti e ci sembra strano che un sindacato in un articolo di denuncia abbia citato più volte le altre sigle sindacali, piuttosto che le controparti, purché il Fials, ci auguriamo, sia cosciente che per ottenere le relazioni sindacali richieste dovrebbe essere firmatario del contratto nazionale e invece non lo è. Allora forse questo spiega anche la confusione che il segretario provinciale fa su i contratti di solidarietà che sono un’altra cosa”.
Per la FP Cgil, il Fials commette anche un errore anche nella valutazione sulla riduzione del servizio “Non c’e un taglio di 7900 ore quindi, oltre a non essere firmatari, si chiede un confronto non conoscendo neanche lo stato dei fatti – illustra la segreteria – la verità è che non bisogna aver timore a puntare il dito contro i Comuni che impongono una compartecipazione alla spesa da parte della famiglia, il che dissuade di fatto i cittadini, benché bisognosi, a usufruire del servizio ed è per questo che, insieme a Cisl e Uil abbiamo già chiesto un incontro urgente all’assessore di riferimento e al sindaco del Comune di Livorno per chiedere quali siano le politiche dell’Ente in merito ai servizi socio-sanitari e assistenziali”
“Le sigle sindacali – conclude la Funzione Pubblica Cgil – non hanno avuto nessuna concessione e si esige la specifica di tale affermazione altrimenti si prefigura il reato di diffamazione a mezzo stampa”