Il 17 marzo di 150 anni fa nasceva l’Italia unita, una tappa importante per lo sviluppo civile, economico e sociale del nostro Paese, ma anche per la democrazia, i diritti e gli interessi dei cittadini e dei lavoratori. E’ per questo motivo che la Cgil festeggerà e celebrerà questa giornata con la speranza che possa rappresentare un’occasione per parlare di unità e non di divisioni. Per la Cgil, infatti, l’obiettivo principale resta come salvare l’unità nazionale, oggi pesantemente scossa e minata da forti tensioni politiche, economiche e culturali. Il 17 marzo prossimo è un’opportunità per portare a fondo una riflessione critica e severa sui ritardi, le eredità difficili, le questioni irrisolte, le mancate trasformazioni istituzionali, politiche, economiche e sociali che dal 1861 ad oggi hanno segnato la storia d’Italia. La proclamazione dell’Unità del nostro Paese fu il coronamento di una tela lungamente tessuta, ma nello stesso periodo, un’altra tela veniva tessendosi: quella del movimento organizzato della classe operaia italiana. I semi e le idee che generarono il movimento dei lavoratori erano, infatti, già presenti in una parte del movimento patriottico italiano. Le prime lotte delle lavoratrici e dei lavoratori per la conquista delle otto ore, per il diritto a costituirsi in organizzazione sindacale o contro lo sfruttamento minorile, si svilupparono proprio nel periodo Risorgimentale. Allo stesso tempo i cittadini rivendicavano identici diritti secondo i principi fondativi di uguaglianza, fraternità e legalità. Inoltre, il movimento operaio organizzato tornò a difendere l’unità nazionale dal dramma della seconda guerra mondiale. La Resistenza, le lotte dei lavorati, gli scioperi del marzo 1943, del 1944 e lo sciopero insurrezionale del 25 aprile del 1945 favorirono la costruzione di una società partecipata e democratica, fondata sui valori dell’anitifascismo e portarono ad un patto nazionale scritto nella Costituzione che non a caso all’art. 1 recita “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. In un periodo in cui il nostro paese è straordinariamente diviso ed è stato ampiamente diviso dalle politiche di questo governo, sarebbe bene pensare tutti ad una seria stagione di unità.
L’intervista allo storico Lucio Villari