“Gli episodi accaduti a Livorno dopo che era terminata la Manifestazione della FIOM non sono giustificabili. Noi vogliamo provare a rispondere all’invito del Sindaco di Livorno Cosimi, tentando di fare una riflessione. Le Organizzazioni sindacali dovrebbero provare a fare passi in avanti partendo dal fatto che le persone coinvolte negli episodi citati, non sono né squadristi, né terroristi, sarebbe banale e ingiusto etichettarli così, ma sono lavoratori in sciopero, che hanno perso una quota importante del loro salario per manifestare in una cosa in cui credono: DIFENDERE I LORO DIRITTI E QUELLI DELLE GENERAZIONI FUTURE. Domandarsi perché una protesta normale e civile possa avere poi degli eccessi, lavoratori seri che trascendono nei loro gesti, ciò significa che esiste una esasperazione ed un’ insoddisfazione che deve essere analizzata e che chiama in causa tutti i soggetti sindacali e istituzionali. Se, come si ricorda da più parti, è necessario abbassare i toni, dobbiamo e possiamo farlo noi e l’intera società. Si dovrebbero abbassare i toni, ma questo dovrebbe essere fatto anche a livello nazionale (dai vari Bonanni , Cremaschi, Sacconi, Marchionne, che spesso esercitano violenza verbale e provocatoria, poi il Presidente del Consiglio che offende sempre la Magistratura) per cui tutti si sentono legittimati ad offese di vario genere. Questo è un rischio per la democrazia e per il vivere in una società civile.
Come FIOM riteniamo che la crisi non sia affatto conclusa, anzi rischia di mostrare il suo volto più crudo in questa fase, nella nostra provincia il futuro della componentistica e della siderurgia non è ancora chiaro, le Cigs si stanno esaurendo , alcune imprese chiudono, si apriranno nuove tensioni e rotture sociali. Sarebbe opportuno provare quindi a ragionare per costruire un protocollo e regole comuni, magari all’avanguardia, sapendo che potrebbero essere utili anche a livello nazionale. Un prototipo avanzato partendo dalle regole democratiche di rappresentanza e di confronto. La Fiom è pronta ad assumersi le proprie responsabilità per tutelare al meglio la democrazia, il libero confronto, i lavoratori e gli assetti produttivi. Tutto ciò sarebbe necessario. Abbiamo esempi negativi, laddove viene negata la democrazia e il libero confronto, che alimentano tensioni che minano il vivere sociale. La Fiom si rende quindi disponibile a qualunque tipo di confronto nelle regole e nella correttezza comune”.
Segreteria FIOM/CGIL