COMUNICATO SINDACALE
FIM FIOM UILM

Dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico della scorsa settimana in cui per la prima volta è stato presentato il Business Plan del gruppo Jindal alle Organizzazioni Sindacali, Fim-Fiom-Uilm auspicano possa aprirsi una fase nuova per Piombino.
Si è trattato solo di un primo incontro in cui sono emerse al momento le linee guida del piano industriale del gruppo indiano, che abbiamo illustrato immediatamente ai lavoratori in assemblea e che dovrà essere maggiormente dettagliato per affrontare alcuni punti chiave come :

• la cifra dettagliata degli investimenti previsti sia sui singoli impianti attuali e sulle infrastrutture della logistica per garantire una pronta ripartenza della produzione, che le cifre dettagliate degli investimenti per i nuovi impianti che devono garantire il ritorno a produrre acciaio a Piombino ;

• tempistiche rapide per la partenza dei lavori di smantellamento che riteniamo urgenti e indispensabili anche per liberare aree e creare nuove opportunità di lavoro ;

• garanzia di salvaguardare l’intera occupazione utilizzando un’attenta e mirata formazione ed la massima rotazione del personale durante tutto il compimento del piano industriale.

La prima difficoltà emersa, nell’unico incontro ufficiale della scorsa settimana, è quella della copertura degli ammortizzatori sociali per tutta la durata del piano industriale Jindal che si concluderà non prima del 2023.
Fim-Fiom-Uilm hanno fin da subito chiesto un incontro specifico per ottenere garanzie non solo sulla durata (non sono assolutamente accettabili buchi di 4-5 mesi come annunciato dal Dott. Castano) ma anche sull’aspetto economico di tali ammortizzatori sociali.
Oggi i lavoratori infatti usufruiscono di una Cassa Integrazione Speciale.
Il rischio sarebbe di creare ulteriori danni economici alle migliaia di lavoratori che, dopo avere già rinunciato a tutta la contrattazione di secondo livello, sono stati truffati dal gruppo algerino che non ha rispettato nessuno degli impegni presi né con i lavoratori né con le principali Istituzioni e cariche dello stato italiano.
Per non parlare di tutti quei lavoratori dell’indotto che non riescono più nemmeno a sopravvivere e la cui speranza è che possa ripartire presto l’attività dello stabilimento e gli smantellamenti, visto che in oltre 4 anni dalla fermata dell’altoforno non è partito ancora nulla della tanto sospirata diversificazione.
Per tutti quei lavoratori che hanno terminato ogni forma di ammortizzatore sociale, Fim-Fiom-Uilm hanno più volte richiesto interventi e misure speciali di sostegno al reddito.
Ovviamente l’attuale situazione di incertezza politica non può che essere per la vertenza Piombino un’ulteriore difficoltà.
Siamo infatti ancora in attesa di essere convocati per avere le risposte e le garanzie richieste e riteniamo si stia perdendo tempo prezioso visto che anche negli incontri di questa settimana al Ministero, ancora una volta non sono stati nemmeno convocati i rappresentanti dei lavoratori.
Abbiamo infatti richiesto di fare parte delle Commissioni per la ratifica del nuovo Accordo di Programma proprio per essere aggiornati costantemente e dare il nostro contributo.
Il tempo scorre veloce e se si vuole condividere il progetto Jindal con le organizzazioni sindacali, c’è bisogno di queste garanzie, che possono arrivare solo ed esclusivamente da un tavolo nazionale.
Un progetto ambizioso quantificato in circa 1 miliardo di investimenti di un gruppo siderurgico consolidato come Jindal, che potrebbe rappresentare una svolta per la siderurgia a Piombino, non può essere trattato in fretta e furia o con un prendere o lasciare.
La volontà di Fim-Fiom-Uilm, qualora ce ne siano le condizioni, è comunque quella di raggiungere un accordo con il gruppo indiano Jindal, nel più breve tempo possibile, per assicurare uno sviluppo siderurgico sostenibile, con l’ambiente e sicurezza, per tutto il nostro comprensorio.

Segreterie
FIM-FIOM-UILM

 

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