La Funzione Pubblica ricorre al tribunale del lavoro e vince contro Aamps per condotta antisindacale, in seguito alla mancata autorizzazione di un’assemblea richiesta dal personale per discutere della vertenza inerente il rinnovo del contratto nazionale e i problemi interni all’azienda.
In Aamps i problemi, dopo la presentazione del concordato in continuità, proseguono: tra una settimana, infatti, l’azienda dovrà presentare al tribunale il piano di concordato che include il piano finanziario e industriale dell’azienda “Da indiscrezioni risultano pesanti tagli non concertati e quindi non sappiamo come saranno spalmati – spiega la Fp CGIL di Livorno – un sospetto avvalorato dal fatto che in Consiglio Comunale è stato deliberato che, a partire dal 2018, 13 milioni di euro di Tia dichiarata inesigibile, saranno inclusi nella tari di tutti i cittadini livornesi fino al 2021”.
In prima istanza le assemblee erano state richieste l’11 per il 14 e 16, rifiutate per un vizio di forma.
Riformulata la richiesta il 13 per il 16 e il 17 stavolta, l’assemblea del 16 è stata negata senza un valido motivo “Un attacco palese alla rappresentanza – dice il segretario generale della Fp Cgil Livorno, Giovanni Golino – che avviene dopo la decisione unilaterale dell’azienda di bloccare 2/3 della quattordicesima e pagando il restante terzo con un mese di ritardo, arrecando un notevole disagio ai bilanci familiari dei lavoratori e delle lavoratrici”.
Un gesto, quello di negare due ore di assemblea, che, secondo la Funzione Pubblica, negava ai dipendenti il diritto di riunirsi per discutere, da qui il ricorso al giudice del lavoro, che ha condannato l’azienda per condotta antisindacale e al pagamento delle spese processuali di 1500 euro “L’assemblea si è svolta regolarmente – conclude la Fp labronica – e abbiamo chiesto a CDA e proprietà, Comune di Livorno, di convocarci per darci modo di avere un confronto sul futuro dell’azienda e, quindi, dei lavoratori diretti e dell’indotto”.