In agricoltura anche nella Val di Cornia registriamo situazioni di sfruttamento.
Esistono lavoratori sfruttati che lavorano in media 250/300 ore al mese, pagati a 5 euro l’ora, non prendendo in considerazione il contratto di riferimento, con buste paga da 5/10 giornate mensili di lavoro, quando, invece, le giornate lavorate possono essere anche 18 e senza riposo.
Questo, dal nostro punto di vista, è schiavitù e non lavoro dignitoso.
Stiamo ancora aspettando di riprendere la discussione sul protocollo che avevamo proposto alla nostra iniziativa dell’Ottobre 2014 alla presenza di Libera e in particolare di Susanna Camusso.
La cosa importante da riportare all’attenzione di tutti è trovare una soluzione a questo problema, come? Dobbiamo riportare le istituzioni locali a un tavolo di discussione in merito: una delle soluzioni possibili è il reclutamento attraverso il collocamento obbligatorio, dove si può incrociare la domanda con l’offerta di lavoro, in modo tale da poter monitorare le aziende.
Certo esistono sul territorio anche aziende virtuose e che fanno le cose giuste, le quali però sono penalizzate dall’esistenza di realtà al limite della legalità, che evadono il fisco e fanno concorrenza sleale sulle spalle dei lavoratori.
Messaggio di Michele Rossi, segretario generale della Flai CGIL Livorno