La Fp CGIL provincia di Livorno esprime solidarietà ai lavoratori degli appalti della cultura e condanna fermamente le parole del sindaco, in quanto gettano ombre di discredito sull’operato dei dipendenti comunali che si occupano della gestione degli appalti.
E’ di pochi giorni fa la dichiarazione del Sindaco Nogarin sullo “spacchettamento” degli appalti della “cultura”. Da un appalto “unico” per servizi bibliotecari, museali e culturali si andrebbe alla pubblicazione di tre bandi di gara distinti. Al di là della scelta politica che ci riserviamo di analizzare più a fondo, non ci piace da subito il tono usato dal Sindaco, il quale ha parlato di “scardinamento di un regime di monopolio” definendolo “una follia alla quale si è posto rimedio”. Questo giudizio a nostro avviso, oltre a essere infondato e avventato, getta un’ombra sinistra sulla correttezza e sulla serietà dell’operato degli uffici comunali e, di conseguenza, dei lavoratori preposti alla preparazione e all’espletamento delle gare pubbliche e sui soggetti, in questi anni, si sono aggiudicati gli appalti. L’affermazione del Sindaco, infatti, lascia intendere che in passato una precisa scelta politica avrebbe “orientato” l’operato degli uffici a favore di soggetti vicini e conniventi. Ci aspetteremmo dal primo cittadino una maggior conoscenza delle ferree normative che regolano il sistema degli appalti pubblici in generale e della storia degli appalti comunali relativi alla cultura in particolare. In questi anni i partecipanti sono stati molti e diversi, provenienti dalla realtà cittadina e fuori da questa. Sull’assegnazione delle gare d’appalto non ci sono mai state contestazione da parte di soggetti terzi, né turbative di nessun genere,pertanto si può inferire che gli appalti siano stati gestiti seguendo le procedure di legge. Accogliamo con favore, invece, le dichiarazioni dell’Assessore Fasulo, che ha parlato di “salvaguardia dei lavoratori degli appalti, mai messa in dubbio”, condizione, del resto, garantita anche dall’ultima legge delega in materia, la quale prevede un rafforzamento della clausola di salvaguardia per gli appalti, il cui costo del lavoro superi del 50% il valore degli appalti stessi.
Ci aspettiamo, quindi, che questa volta, diversamente da quanto successo nei mesi scorsi con gli appalti del sociale, non ci siano discussioni su questo punto, di vitale importanza per le decine di famiglie che dipendono da questi appalti.