Nonostante l’appello di sindacati, lavoratori, di tutta la minoranza del Consiglio Comunale e di parte del Movimento 5 Stelle, la Giunta Nogarin è andata per la sua strada, decretando il concordato per A.Am.P.S., la ex municipalizzata dei rifiuti che conta oltre 500 dipendenti, tra diretti, precari e indotto.
Sono stati giorni di lotta serrata ma estremamente civile quelli che ha vissuto Livorno per la crisi che si è aperta nella filiera dell’igiene ambientale, della quale, fieramente, la C.G.I.L. ha sostenuto le ragioni, forte della rappresentanza dell’80% dei lavoratori “Non solo abbiamo chiesto al sindaco di stoppare il concordato perché rischioso e dannoso per la città – dice il segretario della Funzione Pubblica Cgil provincia di Livorno, Giovanni Golino – abbiamo presentato all’Amministrazione proposte concrete e articolate che potevano risanare l’azienda senza mettere in discussione posti di lavoro e le risorse per il sociale”.
I lavoratori di A.Am.P.S. hanno scioperato per due giornate e la mobilitazione è culminata con una partecipata e spettacolare fiaccolata che ha attraversato le vie della città “L’Amministrazione si è dimostrata sorda a ogni richiesta che venisse da noi o dalle aziende dell’indotto – sottolinea Golino – ricorrendo a uno strumento che può condurre l’azienda al fallimento e che comporterà nell’indotto licenziamenti per giusta causa in presenza di tagli significativi dei crediti”.
Quella di A.Am.P.S, però, appare più una vicenda più mediatica che amministrativa ed è forte la sensazione che sia divenuta uno strumento di campagna elettorale per il Movimento, in previsione delle prossime amministrative “La scelta di accomunare la mobilitazione dei lavoratori al PD – spiega Golino – lo stesso partito che ha licenziato il Jobs Act, ha il solo scopo di evitare un confronto sul merito, trasformando tutto in feroce lotta mediatica”.
Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, ha ribadito in conferenza stampa che lo strumento del concordato è una “teca di protezione per l’azienda e per i lavoratori” e ha confermato la volontà dell’Amministrazione, socio unico di A.Am.P.S., di stabilizzare i precari, i cui contratti scadranno il 31 gennaio 2016 “Siamo fortemente preoccupati per il destino dei precari – prosegue Golino – l’Amministrazione si è mossa tardivamente per questi lavoratori, l’azienda ne aveva chiesto la stabilizzazione già a settembre, come dichiarato dal presidente in Prefettura, ma la proprietà ha aperto la pratica soltanto il 4 dicembre. Oggi ci parlano di volontà di stabilizzazione nei tempi tecnici, ma i tempi tecnici potrebbero prolungarsi oltre la presentazione del concordato e allora sarà un Tribunale a dover decidere sul destino di quei lavoratori, perdendo gli sgravi previsti per le stabilizzazioni, quantificabili in un milione di euro”.
Il sindaco, smentendo il presidente di A.Am.P.S., ha affermato che l’azienda non avrebbe mai chiesto l’assunzione dei 40, il presidente Iacomelli, da parte sua, ha insistito che i precari devono essere stabilizzati in quanto svolgono un servizio essenziale.
Una vicenda intricata che certamente mette a rischio l’occupazione in una città già martoriata dalla crisi, una crisi che poteva e doveva essere evitata e che avrà ricadute immediate sulle aziende dell’indotto “L’Amministrazione non ha fornito ad A.Am.P.S. i capitali per saldare le spettanze dell’indotto – conclude Golino – questo si ripercuote immediatamente sui lavoratori e sul servizio, per questo la mobilitazione per noi non è finita, anzi è appena iniziata. In un momento in cui il Governo prende in considerazione di eliminare l’articolo 18 per gli statali, a Livorno un Ente pubblico mette in discussione il reddito di oltre 500 famiglie: lo zerbino del PD è chi presenta il conto ai lavoratori. La CGIL, al contrario, continuerà nella difesa di tutti i lavoratori a partire dai più deboli: precari e indotto”.