La pressione sul sistema sanitario della città di Livorno è divenuta insopportabile, il personale è esausto e i servizi sono ai limiti del collasso. Serve con urgenza l’immissione di personale nuovo. Mancano OSS, infermieri, tecnici sanitari di laboratorio e di radiologia. Per non parlare di medici e altre figure professionali del comparto.
Nelle medicine la carenza di infermieri e soprattutto di OSS è drammatica e i servizi sono mantenuti grazie all’abnegazione del personale che fa turni anche di 11 ore. Lo stesso vale per le chirurgie ed altri servizi. Non fa eccezione il pronto soccorso dove la carenza di medici, infermieri ed OSS è ormai insopportabile. Il personale oltre le cure del caso deve garantire le cure igieniche almeno tre volte al giorno ai pazienti che attendono sulle barelle, poltrone o letti, senza avere le dotazioni organiche del caso.
Sul territorio si “aprono” nuovi servizi mettendo una targa ma senza risorse di personale, solo per non perdere i finanziamenti del PNRR.
Durante l’ estate la rimodulazione dei servizi al ribasso ha consentito di “passare la notte”.
Cosa accadrà adesso con la ripresa a pieno regime delle attività? Già adesso i cittadini hanno difficoltà a trovare risposte sanitarie adeguate per la mancanza di medici e personale (diagnostica per immagini, cardiologia, altre visite specialistiche) e sempre più spesso la frustrazione delle persone si trasforma in aggressioni verso il personale sanitario, ultimo caso ieri mattina in pronto soccorso.
Da un punto di vista della sicurezza abbiamo chiesto la presenza costante di un posto fisso di polizia o di un servizio di sicurezza in pronto soccorso e di operatori della sicurezza in tutti quei luoghi dove c’è un front office. È dovere della direzione aziendale garantire le cure ai cittadini e la sicurezza dei lavoratori.
È vero che a seguito dei continui tagli del governo Meloni alla sanità pubblica, alla Regione Toscana e a sua volta alla USL Toscana nordovest viene contestata una spesa maggiore rispetto al 2019 per il personale a fronte di un paventato numero superiore di dipendenti relativamente all’anno di riferimento. Ma se così è, allora le attività devono essere rimodulate sui vari territori garantendo gli stessi carichi di lavoro e gli stessi livelli assistenziali a tutti i cittadini che fanno riferimento alla USL Toscana nordovest, mantenendo una sanità pubblica, senza esternalizzare nessun servizio, garantendo ai lavoratori i propri diritti e la propria sicurezza.
Infine è paradossale che un’ azienda italiana, fra l’altro pubblica, non tenga conto, nonostante le varie dichiarazioni bipartisan, dei diritti dei lavoratori genitori. Alla stessa stregua la direzione aziendale non tiene conto dell’aumento dell’età anagrafica di una buna parte dei lavoratori, con conseguenti limitazioni fisiche degli stessi, dovute a scellerate scelte politiche sull’età pensionabile. Invece di valorizzare le professionalità e le esperienze acquisite tutti questi vengono additati come peso.
Questa situazione e queste considerazioni erano già state poste alla direzione aziendale e ai direttori di dipartimento mesi fa. Adesso pretendiamo delle risposte o si aprirà una stagione molto calda da un punto di vista vertenziale.
Simone Assirelli (segretario Fp-Cgil provincia di Livorno con delega alla sanità)
Andrea Rizzini (funzionario Fp-Cgil provincia di Livorno)