Il percorso che ha portato la CGIL a non firmare il contratto è stato caratterizzato da una forte dialettica a tratti anche aspra, ma sostenuto sempre dal principio di un’equa distribuzione fra i lavoratori, rigettando ogni ipotesi di dare tanto a pochi e poco a molti. Taglio di risorse al servizio sanitario pubblico,blocco delle assunzioni, mancati rinnovi contrattuali, salari bassi, pensionamenti oltre i 67 anni (anche per chi svolge turni, pronte disponibilita’ ecc…) , età media elevata del personale in servizio, stanno minando, usurando i servizi ed lavoratori.
Attualmente la spesa per il personale è ancora soggetta a tassativi limiti di spesa, i salari del personale del nostro sistema sanitario sono i più bassi d’Europa. Tutto questo in una congiuntura economica difficile che ha visto una significativa riduzione del potere di acquisto da parte dei lavoratori.
Considerando che questo accordo mette le basi per la destinazione economica , sui diversi istituti, comprese le progressioni( fasce;DEP), lo riteniamo non sufficientemente adeguato nel garantire risorse economiche , afffinche’ sia garantita la possibilita’ di valorizzare il personale in un numero di anni limitati .
Da parte della Direzione aziendale vi e’ una resistenza a mettere in campo strumenti che valorizzino tutti i lavoratori attraverso i DEP . Di fronte a questa situazione non potevamo e non possiamo firmare un contratto integrativo, che inoltre distribuisce a pochi fortunati lavoratori buona parte delle risorse del contratto, lasciando le briciole a tutti gli altri.
Alcuni percepiranno un aumento di 15.000 euro all’anno (1.200 euro mensili), circa 200 operatori avranno un costo di 1.300.000 euro, invece per tutti gli altri, circa 11.000 dipendenti 1.950.000 , queste risorse per i pochi che riusciranno ad averle, garantira’ un aumento mensile in media di 85 euro.
Nonostante le nostre ripetute richieste di utilizzare un criterio di ripartizione che, mirando a una distribuzione delle risorse ad una platea la più ampia possibile, anche ai territori che soffrono ormai da tempo questa crisi, l’Azienda si è mostrata sorda a qualsiasi apertura.
Non potevamo e non possiamo accettare un contratto con cui l’Azienda mira a premiare pochi eletti a discapito di tutti i lavoratori che quotidianamente con senso del dovere, dedizione, alta professionalita’, garantiscono il servizio alla cittadinanza.
L’azienda come il governo ha dimenticato come e in quali condizioni i lavoratori del servizio sanitario pubblico hanno garantito i servizi nel periodo covid e continuano attualmente a garantirli. La cronica mancanza di personale sta rendendo sempre piu’ difficoltoso il lavoro all’interno degli ospedali e dei servizi territoriali.
Per non parlare dei lavoratori pendolari e di come viene gestita la mobilita’ interna. Spiace constatare, che sebbene durante i precedenti incontri le altre sigle sindacali abbiano più volte sostenuto il principio di equità di distribuzione delle risorse, abbiano poi ceduto accettando di approvare il contratto, in un gioco delle parti che ad oggi appare quantomeno poco trasparente. Nel prossimi giorni faremo presidi, assemblee per spiegare nel dettaglio alle lavoratrici/ori i motivi della nostra scelta.
COORDINAMENTO FP CGIL ASL NORD OVEST