“Le condizioni di vita e di lavoro all’interno del carcere Le Sughere sono insostenibili. I locali sono fatiscenti, cadono a pezzi. Abbiamo avvistato molti escrementi di ratti. La caserma degli agenti va ristrutturata completamente. Non sono davvero queste le condizioni migliori per favorire la rieducazione dei detenuti a una vita civile”. E’ quanto ha dichiarato il segretario provinciale della Fp-Cgil Giovanni Golino nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la sede Cgil di Livorno. La conferenza stampa si è tenuta a seguito della visita di alcuni esponenti della Fp-Cgil all’interno del carcere. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Stefano Branchi (coodinatore nazionale Fp-Cgil Polizia penitenziaria), Antonio Costanzo (delegato Fp-Cgil Polizia penitenziaria), Alberto Ragusa (coordinatore provinciale Fp-Cgil Polizia penitenziaria), Stefano Turbati (coordinatore regionale Fp-Cgil giustizia) e Pietro Gambino (responsabile salute e sicurezza sui luoghi di lavoro Fp-Cgil Livorno).
“Bisogna ripartire dalla dignità delle persone – ha attaccato Branchi – invece i nostri colleghi vengono trattati solo come numeri, costretti a lavorare in ambienti insalubri. Lo stesso discorso vale per i luoghi in cui vivono i detenuti. Questa situazione non fa altro che aumentare le tensioni all’interno della struttura. L’amministrazione penitenziairia e il ministro devono darci spiegazioni. A breve organizzaremo iniziative sempre più significative per accendere i riflettori sul carcere di Livorno”. Nel mirino di Golino anche le aree verdi: “Manca del tutto la manutenzione. Servirebbe inoltre la derattizzazione”. Capitolo cucine: “Locali invivibili”. Stesso ritornello per le docce: “inadeguate”. A quanto si capisce “mancano anche banalmente le sedie per i posti di servizio “.
Anche Gambino ha evidenziato “gravi carenze strutturali”. Un esempio? “cemento armato che si stacca dal ferro”. Criticità anche per quanto riguarda la segnaletica di sicurezza: “E’ in gran parte assente e quando è presente è spesso sbagliata”. Gambino accusa: “L’igiene è scarsa e in alcuni locali assente. E’ un ambiente che non garantisce le condizioni minime di sicurezza e salubrità. Ci risulta inoltre che un protocollo di sorveglianza sanitaria non venga redatto da anni”. Ragusa ricorda i danni causati dalla tragica alluvione di un anno fa: “Gravi danni ai servizi di automazione non ancora pienamente risolti”. Gli ascensori? “Il nuovo padiglione ne ha 3: due non sono entrati mai in funzione mentre un altro funziona a singhiozzo”