Non hanno accettato il ricatto e così sono stati licenziati. Vittime dell’inaccettabile ingiustizia 2 educatori alle dipendenze di Anffas Livorno. Licenziamenti illegittimi, ritorsivi e profondamente ingiusti, soprattutto se a disporli è un’associazione che si occupa di sostegno a persone disabili e fragili.
Per salvare il proprio posto di lavoro i 2 educatori avrebbero dovuto accettare il demansionamento ad operatore socio-assistenziale (Osa) che avrebbe significato un taglio mensile allo stipendio di circa 200 euro (su uno stipendio di circa 650 euro). I lavoratori hanno rifiutato l’inaccettabile proposta dell’associazione e così lo scorso 10 gennaio hanno ricevuto le lettere di licenziamento. I 2 educatori hanno lavorato per Anffas oltre venti anni, sempre in modo serio e professionale. Tutto ciò all’associazione evidentemente interessa poco: li ha scaricati per la strada, considerandoli evidentemente solo un peso.
Se i 2 educatori avessero inoltre accettato la proposta, adesso starebbero già lavorando per Anffas come Osa, anche se in realtà non ne avrebbero avuto titolo: i 2 educatori infatti non hanno mai conseguito la qualifica professionale di operatore socio-assistenziale. Chiediamo pertanto all’Asl come sia possibile che un’associazione che abbia chiesto l’accreditamento per passare da struttura socio-educativa a struttura sanitaria abbia potuto proporre di far lavorare come Osa due persone sprovviste della qualificazione professionale in questione.
Altri due educatori hanno accettato pesanti sacrifici per restare alle dipendenze di Anffas: uno è stato confermato con la mansione di educatore ma è stato costretto ad accettare un livello contrattuale peggiorativo mentre un altro (che aveva già in tasca la qualifica professionale di Osa) ha accettato il passaggio alla mansione di operatore socio-assistenziale e dunque il taglio di due livelli di inquadramento.
Le richieste di Anffas in tema di taglio al costo del lavoro sono inaccettabili, soprattutto per una realtà che lavora da anni per il Comune di Livorno. Visto che l’associazione opera all’interno del parco della rsa Villa Serena in una sede concessa in affitto a condizioni agevolate dal Comune, chiediamo pertanto all’amministrazione comunale di aprire una riflessione sulla questione. Al Comune chiediamo inoltre se non sia il caso di rivedere i termini della collaborazione con Anffas, anche alla luce dei sensibili risparmi ottenuti dall’associazione in termini di costo del lavoro.
Abbiamo capito che per Anffas i lavoratori devono essere buoni, bravi e remissivi e consapevoli del grande disturbo arrecato negli ultimi 20 anni all’associazione e indirettamente al Comune di Livorno.
Emiliano Sartorio (Fp-Cgil provincia di Livorno)