Privatizzazioni di parti fondamentali del servizio, rifiuto di stabilizzare i precari, inadempienze contrattuali, mancata manutenzione degli impianti, nessun rispetto delle relazioni sindacali. Sono questi i motivi che ci costringono a proclamare lo stato d’agitazione in Aamps, società al 100% controllata dal Comune di Livorno. Una scelta dolorosa ma necessaria: nonostante la massima disponibilità al confronto dimostrata da sindacati e RSU la società ha infatti continuato a mettere in campo decisioni unilaterali che mettono a rischio la natura pubblica del servizio, la tenuta occupazionale e l’integrità fisica dei lavoratori.
Porta a porta, via alla privatizzazione nel Pentagono Proclamiamo lo stato d’agitazione per difendere la natura pubblica del servizio. I vertici di Aamps infatti, senza nessuna comunicazione, hanno deciso di privatizzare il servizio “core”, ossia la raccolta porta a porta per il lotto del pentagono del Buontalenti. Lavoratori pubblici e privati, per la prima volta, svolgeranno un’identica mansione.
Privatizzazione continua Questa scelta, già di per sè inaccettabile, è aggravata dall’assoluta mancanza di rispetto delle relazioni sindacali: la comunicazione ci è infatti pervenuta soltanto tramite il soggetto privato affidatario del servizio. Questa è solo l’ultima delle privatizzazioni effettuate in Aamps: nei mesi precedenti è già toccato al servizio Tari/Tia, sfalci e potature, raccolta ingombranti sia stradali che su prenotazione, call center, sanificazione cassonetti, consegna mastelli, ecc.
Altro che difesa della dignità: precari beffati. Inaccettabile poi la posizione dell’azienda nei confronti del precariato. Da tempo i sindacati chiedono la stabilizzazione di tutti i rapporti di lavoro “precario” presenti in Aaamps. L’attuale quadro normativo permette le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori delle aziende pubbliche. L’azienda invece non solo non ha stabilizzato i rapporti di lavoro ma con azione unilaterale ha chiamato i lavoratori con contratti a termine a siglare lo scorso 31 ottobre la proroga degli stessi, in anticipo rispetto alla naturale scadenza. Non una scelta casuale: dal 1 novembre infatti è entrato in vigore il D.L. 87/2018 (c.d. Decreto Dignità) che prevede la riduzione del periodo di precariato da 36 a 24 mesi.
Inadempienze contrattuali Si continuano inoltre a registrare gravi inadempienze contrattuali. Un esempio? L’azienda ha deciso di modificare l’orario di lavoro senza il dovuto confronto sindacale. Per non parlare della grave l’imposizione di movimentazione carichi ai lavoratori in violazione dei limiti imposti dal Ccnl applicato.
Licenziamenti e Stop manutenzioni agli impianti: scelta folle. La complessità delle relazioni sindacali si è aggravata anche a seguito di un licenziamento di un lavoratore abile alla mansione ma con la sola responsabilità di aver contratto limitazioni psico-fisiche a causa del lavoro svolto sempre all’interno di Aamps, come dimostrano le malattie professionali e gli infortuni certificati dall’Inail.
A ciò si deve aggiungere la scelta incomprensibile di non effettare le necessarie manutenzioni all’impianto di termovalorizzazione: una scelta che mette a rischio la stessa continuità aziendale oltre che il servizio pubblico reso alla collettività.
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Giovanni Golino Euro Michel