Mercoledì 19 giugno dalle 9 alle 17 i lavoratori dell’Istituto Giancarlo Vallauri di Livorno effettueranno un presidio di protesta sul viale Italia, tra l’ingresso dell’Accademia Navale e la Baracchina Bianca. Nel mirino dei lavoratori i pesanti tagli allo stipendio: “Stiamo parlando di decurtazioni intorno al 25-30%, a seconda dei livelli. Inaccettabile e ingiusto” è il coro dei dipendenti.
La storia I lavoratori (26 in totale) dell’Istituto Giancarlo Vallauri della Marina Militare, posto all’interno dell’Accademia Navale di Livorno, fino a agosto 2018 ricevevano, come da contratto di appartenenza, stipendi relativi al Comparto della Ricerca. Dal 2018, a seguito della firma del Contratto collettivo nazionale quadro (Ccnq) che ridefiniva i comparti di contrattazione, l’Istituto fa parte del Comparto delle Funzioni centrali e non del Comparto Scuola-Ricerca. Come conseguenza di ciò il Ministero della Difesa – tramite la Direzione generale (Persociv) – ha dichiarato l’intenzione di provvedere al nuovo inquadramento del personale civile dell’Istituto nel Comparto delle Funzioni centrali. Le organizzazioni sindacali chiesero un incontro sindacale per definire il passaggio di comparto e le relative implicazioni giuridiche ed economiche: Persociv assicurò che nessun provvedimento sarebbe stato adottato prima di convocare i sindacati. A seguito della convocazione delle organizzazioni sindacali in data 25/09/2018 venne data assicurazione verbale che i rilievi e le osservazioni formulate durante la riunione dalle stesse sarebbero state valutate. Due giorni più tardi però i sindacati riceverono una comunicazione dal Vicedirettore generale tramite Pec che respingeva di fatto tutte le osservazioni/rilievi fatti. A fronte di questo i sindacati chiesero, come del resto previsto nella mail, ulteriori chiarimenti senza ottenere risposta. Nel frattempo lo stipendio dei lavoratori del settembre 2018 risultava decurtato di oltre il 50% dell’Indennità mensile di Ente (in seguito IME), senza nessuna comunicazione ufficiale preventiva. A partire dal mese successivo l’indennità in questione non risultava più erogata. Tutto questo si è tradotto in tagli agli stipendi tra il 25% e il 30%, a seconda dei livelli.
Da ciò la decisione dei lavoratori di inviare tramite avvocato una lettera di diffida cui seguì una denuncia: la causa è tuttora in corso presso il giudice del lavoro di Livorno.
Il Decreto giuridico relativo al passaggio nel nuovo comparto è stato notificato ufficialmente ai lavoratori soltanto nel dicembre 2018.
Da allora ci sono state 2 riunioni informali tra i sindacati e Persociv a Roma. Nella prima (25 settembre 2018) sono state date garanzie verbali circa la risoluzione delle problematiche. Nella seconda (7 maggio 2019) è stato sostanzialmente detto che tutto sarebbe stato rimandato alla nomina del nuovo direttore generale e che comunque si sarebbero attese le decisioni del giudice del lavoro.
Tutto questo è inaccettabile, i lavoratori subiscono un taglio dello stipendio che diventa di mese in mese sempre più pesante, soprattutto per i nuclei familiari monoreddito e per chi ha contratto debiti. Un taglio attuato senza nessun Decreto economico emanato. Logica e giustizia imporrebbero che fino a quando la posizione contrattuale dei lavoratori non sia definita ufficialmente, tramite appunto appositi Decreti economici, gli stessi abbiano diritto al trattamento economico pregresso. E’ quindi incomprensibile e arbitrario che ai lavoratori venga sottratta una così consistente parte del salario.
I lavoratori, oltre alla mobilitazione sindacale hanno anche intrapreso la via giudiziaria attraverso il Giudice del lavoro nel dicembre 2018 ma la sentenza è attesa non prima di settembre 2019.
Segreteria generale Flc-Cgil provincia di Livorno