I sistemi di istruzione hanno da tempo intrecciato gli interessi e le aspettative del mondo imprenditoriale nel nostro Paese e in Europa. Il potere politico insieme a quello economico hanno condizionato la cultura e orientato l’istruzione verso competenze del fare unidirezionali.
Le parole dell’imprenditore Stefano Frangerini pronunciate nel corso del suo intervento all’istituto Orlando di Livorno sono inaccettabili: incomprensibile che si cerchi di disincentivare un percorso di studi universitario solo perchè ritenuto troppo impegnativo. Il nostro Paese ha invece proprio bisogno di ragazzi e ragazze che investano nello studio e nella ricerca.
Il concetto di produttività male si adatta all’istruzione. L’educazione dev’essere un bene pubblico, accessibile, libera, ispirata ai valori della democrazia e dell’uguaglianza.
Sono inaccettabili le azioni di soggetti che vedono nell’istruzione l’occasione del proprio profitto economico.
Senza contare che non ci si può basare solo su micro competenze: l’entrata nel mondo del lavoro senza le dovute cautele e senza la conoscenza dei sistemi efficaci di sicurezza mette a rischio l’incolumità sia del del lavoratore che dello studente precocemente inserito.
Se il mondo del lavoro non può entrare nella scuola, la cultura del lavoro deve essere trasmessa nelle classi insieme alle varie discipline: i due aspetti non devono essere messi in contrapposizione. La scuola sta subendo imposizioni dall’alto attraverso decreti (DL 36/2022 ) e interferenze rispetto a tematiche che sarebbero invece prerogative contrattuali. Tutto questo è inaccettabile: è anche per questo motivo che il prossimo 30 maggio sarà sciopero per tutto il comparto.
Licia Mataresi
segretaria generale Flc-Cgil provincia di Livorno
Veronica Virgili
segretaria Flc-Cgil provincia di Livorno