Lavoratori sfruttati, dumping, concorrenza sleale tra imprese: in Val di Cornia per ora non si registrano casi di caporalato ma il mondo del lavoro agricolo sta diventando sempre più una giungla. E’ quanto emerso a seguito dell’incontro dello scorso 29 luglio presso la Camera del lavoro di Venturina tra Flai-Cgil, Silf (sindacato italiano lavoratori finanzieri) e associazione “Libera” (presidio “Rossella Casini” di Castagneto Carducci e San Vincenzo). Al centro dell’iniziativa lo stato di salute dell’economia agricola della Val di Cornia: presenti Nicolò Cortorillo (segreteria generale Flai-Cgil provincia di Livorno), Francesco De Luca (coordinatore provinciale Silf), Enzo Chioini e Laura Catapano (Libera).
In Val di Cornia non sono emerse forme di caporalato ma si rilevano gravi forme di sfruttamento del lavoro. Le vittime sono spesso lavoratori stranieri, magari sprovvisti di permesso di soggiorno, costretti a lavorare tra le 9 e le 12 ore al giorno dal lunedì al sabato (e in alcuni casi anche la domenica): la loro retribuzione si aggira – nelle migliori delle ipotesi – intorno ai 5 euro l’ora. Nei casi in cui esiste un contratto di lavoro vengono comunque sistematicamente inserite in busta paga solo 60-70 ore, pari a circa 6-8 giornate di contributi al mese: il minimo per poter beneficiare della disoccupazione agricola
Un altro serio problema è quello del dumping e della concorrenza sleale tra aziende. L’erogazione di salari da fame e l’imposizione di pesanti condizioni di lavoro permettono a alcune realtà di fissare prezzi dei propri prodotti più vantaggiosi rispetto a altre imprese che invece rispettano le regole.
Gli strumenti per cercare di porre un freno alle irregolarità esistono, ma devono essere applicati in maniera corretta. E’ bene ad esempio ricordare che esiste l’impropriamente detta “legge sul caporalato”, ovvero la legge 199 contro lo sfruttamento del lavoro agricolo: la parte della normativa relativa alla prevenzione e al monitoraggio di simili fenomeni trova difficoltà a essere messa in pratica. Vogliamo inoltre ribadire l’importanza del Protocollo sul caporalato firmato dalla Regione Toscana a fine 2016.
Le cabine di regia teritoriali dovrebbero essere il luogo deputato al monitoraggio delle criticità: purtroppo questo tipo di strumento oggi è stato istituito soltanto in pochissime province (solo la cabina di regia a livello nazionale ha iniziato a muovere i primi passi).
L’incontro è servito a condividere informazioni e porterà sicuramente a una serie di altri incontri pubblici e istituzionali per monitorare le criticità del mondo agricolo. Le problematiche dei lavoratori agricoli della Val di Cornia sono comunque da anni al centro dell’attenzione anche dei vertici nazionali del sindacato: ricordiamo ad esempio l’intervento a Donoratico nel 2014 dell’allora segretaria generale Cgil Susanna Camusso e quello del responsabile immigrazione della Flai-Cgil Jean Renè Bilongo in occasione della “Giornata mondiale del rifugiato” tenutasi sempre a Donoratico lo scorso giugno. Con questo incontro speriamo di aver gettato un piccolo seme per contribuire alla lottta contro lo sfruttamneto del lavoro in agricoltura. Resta fondamentale fare sistema e condividere tutte le informazioni a disposizione.
Flai-Cgil provincia di Livorno
Silf provincia di Livorno
Libera presidio “Rossella Casini” di Castagneto Carducci/San Vincenzo