Dopo la firma del protocollo di intesa Governo-Metinvest per l’investimento sullo stabilimento di Piombino è quantomai urgente sbloccare la trattativa per la definizione del protocollo d’intesa tra Governo e Jindal.
Informazioni non confermate e il dilatarsi dei tempi fanno crescere un senso di preoccupazione per lo stallo che temiamo si venga a determinare a causa della richiesta da parte di JSW di inserire nel protocollo di intesa la realizzazione di un forno elettrico, un doppione di quello che vorrebbe realizzare Metinvest. Quello che appare come una rischiosa partita a scacchi, per consolidare posizioni di rendita, rischia di compromettere significativamente l’opportunità degli investimenti annunciati da Metinvest-Danieli.
Le condizioni favorevoli per l’investimento a Piombino del gruppo ucraino, che si sono concretizzate in quest’ultimi mesi, potrebbero non durare all’infinito, visti anche i notevoli appetiti di altri siti industriali e di altri territori che legittimamente cercano soluzioni.
Come Fim-Fiom-Uilm siamo stati i primi a pretendere che il Governo imponesse alla multinazionale indiana, a fronte dell’importante contratto rotaie, l’investimento perché si tornasse a produrre acciaio, e quindi alla realizzazione di un forno elettrico. Ma il contesto, con l’arrivo del gruppo italo-ucraino è cambiato notevolmente e quella richiesta rischia di essere solo un pretesto per ottenere vantaggi da parte del gruppo indiano in termini di superfici, assets ecc ecc.
La nostra richiesta, di realizzare un’acciaieria elettrica da parte di JSW, a suo tempo era giustificata dal fatto che esistevano impianti barre e vergella che potevano utilizzare immediatamente l’acciaio prodotto a Piombino per rendere nuovamente competitivi quegli impianti, mentre oggi quegli impianti risulta che verranno smontati per consentire a Metinvest di fare gli investimenti. Contestualmente siamo di fronte al fatto che il forno elettrico preteso da Jindal, nell’immediato non potrá essere utilizzato per produrre semi-prodotto per le rotaie senza una adeguata certificazione e rimodulazione del contratto con RFI. Peraltro siamo fermamente convinti che l’interesse della multinazionale indiana sia di produrre direttamente nel suo Paese fuori dal perimetro di crisi internazionale, in un quadro normativo ambientale, sociale e fiscalmente più vantaggioso.
Quindi quella richiesta di inserire nel protocollo di intesa il forno elettrico semmai hai il sapore di ottenere vantaggi di posizione e contestualmente irrigidire l’amministrazione comunale che dovrebbe avallare l’ipotesi di avere due forni elettrici nel perimetro comunale, inasprire una competizione politica che ormai è alle porte e inimicare una città che ha la legittima aspirazione di migliorare le proprie condizioni ambientali.
Per tutte queste ragioni si invita il Governo e istituzioni locali a far squadra per superare tempestivamente gli ostacoli pretestuosamente posti, a convocare le parti sociali per un’analisi compiuta dei due progetti industriali, per individuare le soluzioni per salvaguardare tutti i lavoratori e a concludere con successo la definizione degli accordi di programma per garantire benefici duraturi per l’interesse pubblico e l’economia del Paese, dei lavoratori e della città.
Fim-Fiom-Uilm Livorno