“Non ci muoviamo da qui!” I sindacati che ieri, insieme ai lavoratori, hanno occupato la direzione dello stabilimento Lucchini vogliono risposte chiare. “L’annuncio di un compratore proprio nel giorno in cui si doveva decidere il piano di salvataggio ci lascia perplessi dal momento che per mesi non ci sono state manifestazioni di interesse” commentano Luciano Gabrielli per Fiom e gli altri sindacati “Se ci sarà veramente un compratore vorremo discutere di piano industriale, di garanzie di rilancio e di prospettive occupazionali. per questo, finchè non avremo risposte certe e la data dell’incontro che abbiamo richiesto al Ministro, continueremo la mobilitazione e l’occupazione della direzione dello stabilimento”.
Di seguito una nota del Coordinatore Giuseppe Bartoletti “Stanno giocando sulla pelle dei lavoratori e del territorio, questa è la lettura vera della vicenda Lucchini, così come appare dagli ultimi fatti. E’ davvero strano che dopo due anni di sofferenze e di difficoltà economiche, finanziarie e produttive, quando il Consiglio di Amministrazione, su sollecitazione del Ministero, deve decidere per scongiurare il fallimento, arrivi una proposta da un Fondo di Investimento, il quale si presenta solo ora a tempo scaduto. Possibile che in due anni, visto che la vicenda era nota anche al fondo, questi si presentino solo ora, vanificando così un percorso certamente difficile, ma che poteva delineare una possibilità di risanamento finanziario/produttivo e soprattutto di un intervento anche da parte del Governo sui temi del territorio, come le bonifiche, il sistema portuale e le infrastrutture. Si, è possibile, perché è la finanza, sono le banche che predominano sulla politica, sulle persone, sull’economia di un territorio vasto; vogliono recuperare i soldi passando sulla pelle di tutti noi, complici chi pensa di salvaguardare i propri interessi a discapito di un bene collettivo! Noi a questo ci opporremo con tutte le nostre forze, con le iniziative che metteremo in campo e con altre che stiamo valutando, per esempio perché non riflettere sul fatto di ritirare i nostri soldi da quelle banche che stanno agevolando questo scenario ( sono circa 4 milioni di € al mese di stipendi), perché in ballo c’è il futuro economico e sociale di un territorio vasto. Nessuno si illuda, per noi il mantenimento del ciclo produttivo è essenziale, anche perché nessuno sarebbe in grado di gestire il problema sociale di un ridimensionamento delle attività produttive! Chiediamo al Governo di intervenire per sgombrare il campo dalle cortine fumogene che stanno spargendo, perché siamo ad un passo dal fallimento, perché questo Consiglio di Amministrazione ha dimostrato di non essere in grado di affrontare una vicenda come questa e perché nel rapporto con e le banche e la finanza non si può stare passivi ad assistere il precipitare di una situazione ormai drammatica”