Gozzi attacca nuovamente Piombino ma ormai non sorprende. Ormai è un appuntamento fisso quello delle sue esternazioni ogni qualvolta ci si avvicina al possibile rilancio dello stabilimento di Piombino. Se l’attacco non sorprende, sono sicuramente il merito delle contraddittorie dichiarazioni a lasciarci sorpresi.
Come Fiom e Uilm a tutti i livelli, siamo ancora in attesa della presentazione del business-plan di Jsw, apprendiamo dalla stampa, già giudicato “concreto” dal presidente di Federacciai.
Non siamo in grado di sapere se il presidente parla per sentito dire o se ha ricevuta una copia del piano direttamente da Jsw – ad ora solo le istituzioni sono le destinatarie-, per quanto c’è dato sapere dai rumors delle istituzioni ci risulta che:
. Gozzi parla di un investimento sul treno rotaie già finanziato, ma forse non sa che Jsw intende finanziare con mezzi propri solo il 14% dei necessari 143,3 milioni di euro e chiede sussidi pubblici e finanziari per la restante parte;
. Chiede 30 anni di concessioni e sussidi statali per gli investimenti per il ripristino della banchina;
. Chiede dal governo e RFI l’estensione al 90% della fornitura del fabbisogno ferroviario totale;
. Chiede il 50% a fondo perduto allo Stato per un’acciaieria economicamente sopra stimata da 1,2 milioni di tonnellate d’acciaio;
. Per finire chiede di ridurre la forza lavoro Jsw dagli attuali 1330 a 400 senza assumersi nessuna responsabilità e senza dire cosa ne sarà dei 118 lavoratori della Piombino Logistics e dei 52 lavoratori della Gsi.
Probabilmente il presidente Gozzi giudica il piano concreto perché forse in cuor suo immagina che non verrà mai realizzato. Questo spiegherebbe anche il tergiversare di Jsw o di chi lo rappresenta, a sottoscrivere l’accordo per la cessione delle aree per dare il via all’investimento Metinvest Danieli. Paradossalmente Antonio Gozzi dà un giudizio diverso sull’investimento Metinvest dal forte valore simbolico per il territorio di Piombino che tornerebbe a colare acciaio e giudicato ben strutturato dal ministro Urso.
Curioso che il presidente di Federacciai non si prenda cura degli interessi dei tanti consumatori italiani di laminati piani, di cui siamo importatori netti – quasi 10 milioni di tonnellate-, ma che guardi soltanto a chi potrebbe avere interesse a tutelare una rendita di posizione.
Auspichiamo da parte del ministro, dalle istituzioni e dalle forze politiche una presa di posizione netta con atti concreti, come è apparsa in questi giorni nell’incontro con Fim Fim e Uilm nazionali sulle politiche industriali del Paese.
Questo anche nell’interesse della siderurgia più generale come l’ex Ilva che ha la necessità di affrontare un percorso di decarbonizzazione, e che stando alle logiche del presidente Gozzi potrebbe essere ben presto messa in discussione.
Fiom e Uilm territoriali