Piombino si trova di nuovo di fronte ad una possibile svolta. La lavorazione del ferro e acciaio è una attività che a Piombino si pratica da secoli. Nella metà dell’800 venne avviata una importante produzione che da subito si contraddistinse perchè introdusse una innovazione tecnologica, l’utilizzo del convertitore BESSMER per la produzione dell’acciaio.
Tutta la storia industriale di questa città è fatta di alti e bassi, ma non sono mai state superate le crisi quando non c’è stata innovazione, mancanza di investimenti, e quando sono mancate le idee. Bisogna saper guardare al futuro, ben sapendo che siamo in un mondo globalizzato e non sarebbe intelligente se non venissero fatte sinergie. In questi anni abbiamo sentito tante promesse e buone intenzioni, ma sono mancati all’appello milioni di euro di investimenti e sono saltati migliaia di posti di lavoro. L’iniziativa privata economica è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale. E’ necessario che l’economia svolga una funzione sociale, crei posti di lavoro, incrementi lo sviluppo economico e sociale della zona, sia utile all’intera collettività, in particolare assicuri ai lavoratori quella esistenza libera e dignitosa. L’epoca inedita in cui viviamo e l’economia di guerra che ci accompagna, che è la prosecuzione dell’economia con altri mezzi, ci debbono far riflettere tutti assieme.
Troviamo la cordata Metinvest/ Danieli conciliabile con lo sviluppo della siderurgia a Piombino e che possa convivere all’interno delle aree oggi di Jindal. La sottoscrizione dell’impegno per la reindustrializzazione di Piombino tra Metinvest/ Danieli, Governo, Regione Toscana e Comune di Piombino, rappresenta un passo avanti importante, ma bisogna anche comprendere cosa intende fare Jindal, perché il tempo degli annunci è esaurito. Il Gruppo JSW non ha rispettato gli impegni e non possono esistere rendite di posizione. Sappiamo che Jindal ha avuto un incontro con il Ministro Urso e sembra che siano state definite le modalità di un nuovo accordo di programma finalizzato alla ripresa della produzione di rotaie, ma deve essere chiaro che è arrivato il tempo delle scelte definitive e come Organizzazioni Sindacali ci aspettiamo una convocazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per avviare una discussione sulle prospettive.
Oltre agli importanti accordi di programma, sarebbe necessario che venissero presentati anche chiari piani industriali alle Organizzazioni sindacali. Un tempo inedito come quello che viviamo deve risentire di scelte inedite, quindi bisogna anche trovare il modo di sburocratizzare ciò che rallenta la possibilità di far investire una impresa.
Vanno coinvolti tutti i Ministeri interessati, visto che ci devono essere anche importanti opere di bonifica, e coinvolti sia il Ministero dell’ambiente, del Lavoro, dei Trasporti e il MIMIT. Tuttavia, dall’altra parte bisogna dotarci di strumenti di garanzia, a cominciare dal rilascio delle concessioni pubbliche che debbono essere subordinate agli investimenti ed a chiari progetti, oltre che alle garanzie occupazionali. Si parla di progetti per un nuovo impianto green da qualche miliardo di euro in grado di produrre 2,7 milioni di tonnellate e garantire un certo numero di occupati. Il digital green projet sarebbe il primo impianto in Europa in grado di produrre prodotti piani con un certo spessore, ma vorremmo anche comprendere i tempi di realizzazione, la logistica e la portualità necessaria allo sviluppo di tale progetto.
Nello stesso tempo va rimesso al centro il lavoro, i diritti dei lavoratori, la sicurezza nei luoghi di lavoro, il riconoscimento che la ricchezza viene prodotta da chi lavora. Di pari passo alla ricostruzione del nuovo insediamento produttivo bisogna aprire un lungo processo di riqualificazione dei lavoratori e formazione mirata, anche valutando di coinvolgere l’università. Altresì, bisogna valutare la questione dei costi energetici e dobbiamo essere aperti ad affrontare una seria discussione nell’interesse generale.
Infine siamo per toccare con mano la progettualità di quanto annunciato, siamo passati da troppe intenzioni, BISOGNA PASSARE AI FATTI, i lavoratori e Piombino non meritano ulteriori annunci. Il polo di Piombino si inserisce nel quadro del piano siderurgico nazionale, vi è di nuovo l’opportunità di rilanciare e innovare l’industria, di riportare i dipendenti al lavoro, ben sapendo che non esisterà mai nessuna modernizzazione se fatta contro i lavoratori.
Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana, Livorno e Grosseto