Il settore automotive sta attraversando una fase complessa che necessita di supporti e risorse straordinarie. Il governo invece ha azzerato il fondo automotive, ed a nostro avviso va rifinanziato.
A Livorno l’azienda Pierburg aveva siglato a luglio 2022 un protocollo d’intesa con la Regione Toscana ed il Comune teso a implementare il sito produttivo, fare investimenti e sviluppare nuovi prodotti. Alla Magna di Guasticce, dopo il verbale di intesa siglato presso la Regione Toscana la settimana scorsa, vogliamo arrivare alla definizione di un protocollo in sede istituzionale sulla falsariga di quello della Pierburg.
Le due aziende mantengono il know how, la ricerca e sviluppo nei siti livornesi, ma risentono del calo produttivo e di conseguenza dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Come Fiom abbiamo l’obiettivo di garantire il futuro di questi stabilimenti e la garanzia dei livelli occupazionali, in un contesto globalizzato, dove le multinazionali stanno facendo cambiamenti e ristrutturazioni.
Di fronte ad una trasformazione epocale del settore, serve la continuità degli investimenti, lo sviluppo in loco di prodotti di alta gamma, innovativi e ad alto contenuto tecnologico, e da questo punto di vista le due aziende hanno comunque assunto questi impegni. In questa situazione critica, ovviamente i livelli occupazionale sono scesi.
Alla Magna non vi è stato il rinnovo della gran parte dei contratti a termine, salvo alcune eccezioni, ma continueremo a lavorare affinché possano essere riassunti, così come abbiamo anche definito in uno specifico accordo sindacale. Bisogna rilanciare l’industria e per farlo ci vogliono investimenti pubblici e privati perché in ballo c’è la sopravvivenza di interi settori.
Il Governo appare senza un’idea di politica industriale, galleggia sulla crisi e non affronta i nodi strutturali, ovvero il futuro dell’auto e del settore automotive in Italia. Continueremo a lottare per difendere le prospettive dell’industria, difendere l’occupazione e gli stabilimenti, ben sapendo che per riprogettare il Paese bisogna andare a prendere le risorse dove sono e ripartire dalla centralità del lavoro e dalla sua qualità, per determinare le condizioni per una via alta allo sviluppo, fondato sull’innovazione, la ricerca, la conoscenza e il trasferimento tecnologico.
Massimo Braccini,
segretario generale Fiom-Cgil Livorno e Grosseto