L’ordinanza della Capitaneria di porto riguardante la riorganizzazione dei servizi di rimorchio calpesta la dignità dei dipendenti della Fratelli Neri e rende purtroppo necessario un utilizzo ancora più esteso degli ammortizzatori sociali.
I settanta lavoratori della Fratelli Neri operativi nel porto di Livorno si trovano già da tempo in difficoltà: la crisi dei traffici legata al Covid-19 ha infatti reso necessario, a partire dallo scorso 17 aprile, il ricorso al fondo d’integrazione salariale “Solimare”. Adesso però arriva un altro duro colpo: il taglio giornaliero di due rimorchiatori determinato dall’ordinanza della Capitaneria di porto renderà infatti necessario un utilizzo ancora più esteso degli ammortizzatori sociali. Tutto ciò è ingiusto: i lavoratori non possono sempre diventare il parafulmine della crisi.
L’ordinanza rappresenta inoltre un vero e proprio schiaffo nei confronti dei lavoratori e della loro dignità. I dipendenti della Fratelli Neri, anche durante i giorni più critici dell’emergenza sanitaria Covid-19, hanno infatti sempre garantito il prezioso servizio dei rimorchiatori. Nessuno dei dipendenti si è mai tirato indietro: tutti i settanta lavoratori hanno sempre dimostrato grande professionalità, serietà e attaccamento per le sorti del nostro scalo. Oggi che le attività stanno iniziando timidamente a ripartire, si decide di voltare le spalle ai lavoratori: tutto ciò è ingiusto.
A rendere la vicenda ancor più inaccettabile è la decisione della Capitaneria di porto di emanare un’ordinanza così delicata senza prima avvertire e confrontarsi con il sindacato.
La misura è colma, in ballo c’è la dignità dei lavoratori e il rispetto di diritti conquistati in decenni di lotte e sacrifici.
Filt-Cgil provincia di Livorno