LAVORATORI STAGIONALI FANNULLONI? NO, VOGLIONO SOLO CHE SIANO RISPETTATI I LORO DIRITTI

LAVORATORI STAGIONALI FANNULLONI? NO, VOGLIONO SOLO CHE SIANO RISPETTATI I LORO DIRITTI

Siamo nel bel mezzo della stagione e, come ogni anno, sentiamo ancora lamentare da parte dei datori di lavoro della mancanza di lavoratori e di giovani che non hanno voglia di lavorare. Come ogni anno, quindi, rispondiamo a questa lamentela con dei dati di fatto che sgombrino, speriamo una volta per tutte, il campo da discussioni sterili.

E’ anche fin troppo semplice: il datore di lavoro che valorizza il proprio personale stagione dopo stagione non ha grandi difficoltà a reperire intercettare ed eventualmente incrementare nuovo personale. Ed è altrettanto semplice che i lavoratori si valorizzano in un modo soltanto: riconoscendo loro diritti e tutele.

Un certificato di eccellenza per le imprese

Servirebbe un certificato di eccellenza per tutte quelle imprese che applicano correttamente i contratti collettivi nazionali che hanno come firmatarie le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative: ciò andrebbe a tutelare quegli imprenditori che potrebbero far fatica a reperire personale non per dolo ma magari solo per poca conoscenza. Allo stesso tempo si andrebbero a tutelare anche le lavoratrici e i lavoratori che si approcciano a lavorare in queste aziende.

Diritti non riconosciuti

Troppo spesso, invece, ci troviamo davanti giovani e meno giovani assunti come part time ma costretti a lavorare fino a 60 ore a settimana per poi trovarsi il mese successivo a non vedersi riconosciute le ore di supplementare e straordinario in busta paga senza neanche aver goduto del giorno di riposo settimanale. Contratti a forfait che con 1500 euro comprendono straordinari e supplementare, ferie, permessi, tfr, tredicesima e quattordicesima che vengono proposti come vantaggiosi senza spiegarne i dettagli.

Un esercito di lavoratori senza nessuna prospettiva

E così, a fine stagione, come capita ormai da troppi anni, ci troviamo davanti a un esercito di lavoratrici e lavoratori sfiniti e insoddisfatti della stagione appena finita e soprattutto senza nessuna prospettiva per il futuro, che ci chiedono aiuto per vedersi riconosciuto quello che gli sarebbe spettato di diritto per il lavoro svolto.

Dimissioni volontarie e abbandono del settore

Questo è ciò che sta dietro a quella che i datori di lavoro definiscono “mancanza di lavoratori”: se non si vedono riconosciuti diritti, tutele e professionalità e, per di più, senza nessuna prospettiva di miglioramento, le lavoratrici e i lavoratori del turismo abbandoneranno questo settore per orientarsi altrove. Anche l’alta percentuale di dimissioni volontarie che si registrano nel settore è un indice altrettanto chiaro di un’insoddisfazione allarmante. In realtà, noi come Filcams-Cgil, applichiamo il concetto inverso: è proprio perché vogliamo che il territorio cresca e dia servizi di qualità a turisti e residenti che interveniamo tempestivamente quando veniamo a conoscenza di situazioni in cui non sono rispettati i diritti dei lavoratori.

Nessun compromesso accettabile

Un’impresa che non è sana dal punto di vista della dignità del lavoro e del rispetto dei contratti, non ha motivo di essere sostenuta da nessuno. Il nostro auspicio, invece, è di veder prosperare le attività del territorio, perché se le aziende crescono il lavoro aumenta e tutti noi ne beneficiamo, ma non possiamo accettare nessun tipo di compromesso se l’atteggiamento dei datori di lavoro sono lesivi della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e quindi del lavoro stesso.

Mettiamo il turismo sottosopra

Ed ecco perché, come ogni anno, promuoviamo nei territori a vocazione turistica l’iniziativa “Mettiamo il turismo sottosopra”: si tratta di invertire questo paradigma malsano, per rimettere al centro la dignità del lavoro di tantissimi addetti della filiera del turismo, difendere il lavoro di qualità, contrastando false tesi di chi continua a sostenere che i lavoratori del turismo siano fannulloni o indisponibili. E informarsi è sicuramente il primo passo indispensabile per tutelare i propri diritti e farli rispettare. Ecco perché vogliamo creare consapevolezza tra i lavoratori, che rimane un tema imprescindibile e centrale se si vuole perseguire l’obiettivo comune del rispetto del lavoro, inteso anche come bene supremo per l’Isola.

Ripristinare la dignità del lavoro

Per questo motivo invitiamo costantemente a recarsi nelle nostre Camere del Lavoro chiunque abbia ricevuto una proposta di lavoro o abbia appena stipulato un contratto di assunzione. Questo per creare consapevolezza, e di conseguenza partecipazione alla vita sindacale, che troppo spesso viene sottovalutata e presa in considerazione solo quando si presenta il un problema.

Per dar vita a questa “formazione sindacale”, cerchiamo di essere presenti il più possibile nei luoghi di lavoro e dare la massima disponibilità all’ascolto delle lavoratrici e lavoratori. Avere delegate e delegati efficienti nei luoghi di lavoro e mettere in campo iniziative di ogni tipo per dare visibilità alla nostra missione di ripristino della dignità del lavoro in ogni sua forma, è una modalità vincente per rendere lavoratori e datori di lavoro consapevoli dell’importanza di rispettare diritti e doveri quando si stipula un contratto, affinché non ci sia approfitto da nessuna delle parti. Per combattere il lavoro del caos e dello sfruttamento serve che ci sia volontà di cambiare atteggiamento e prospettiva, serve una rivoluzione culturale basata sulla partecipazione e sulla consapevolezza.

Andrea Cirica (Filcams-Cgil provincia di Livorno)

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