Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno dichiarato a livello regionale lo stato di agitazione dei punti vendita del settore commercio, mettendo inoltre a disposizione delle strutture territoriali un pacchetto di 16 ore di sciopero.
Una presa di posizione forte ma necessaria. Abbiamo chiesto ad aziende e istituzioni (Prefettura, sindaci e Provincia) di intervenire per una contrazione della fascia oraria di apertura al pubblico e per la chiusura dei punti vendita nelle giornate domenicali: purtroppo non siamo stati ascoltati. Soltanto alcune aziende hanno recepito le nostre rivendicazioni.
Il risultato è che le realtà più attente alla salute dei lavoratori e a quella dei cittadini rischiano adesso di subire un danno importante a vantaggio di quelle aziende che hanno invece deciso di salvaguardare il profitto. Si genererà così una situazione a macchia di leopardo che rischia di danneggiare le aziende più “virtuose”. Senza contare che il quadro di non omogeneità e confusione causerà probabilmente il sovraffollamento dei punti vendita che resteranno aperti, esponendo ulteriormente i lavoratori al rischio di contagio del virus. Il timore è che si scateni una sorta di ingiustificata ed esasperata corsa all’acquisto, con tutto ciò che ne potrebbe conseguire sul piano della salute e della sicurezza di lavoratori e cittadini.
L’accettare le nostre richieste rappresenta da parte delle aziende un’importante assunzione di responsabilità e di rispetto nei confronti di lavoratori e cittadini: tutte le imprese del settore dovrebbero adeguarsi a questa linea.
I lavoratori del mondo del commercio meritano rispetto e tutela: anche in questo periodo critico essi stanno svolgendo il loro dovere con professionalità e serietà pur di garantire ai cittadini – ogni giorno sempre più stressati a causa delle disposizioni previste per il contenimento del virus – il servizio richiesto.
E’ inoltre quantomai opportuno che tutte le strutture commerciali si attengano a quanto stabilito dal Protocollo per la sicurezza siglato nei giorni scorsi tra sindacati e aziende, in accordo con il Governo. Purtroppo, anche se alcune aziende rivendicano di aver messo in atto le disposizioni previste per la prevenzione del contagio, spesso accade che il cliente risulti praticamente impossibilitato nel rispettarle. Ne consegue che lo stesso lavoratore è costretto a dover raccomandare al cliente il rispetto delle disposizioni previste col rischio di subire in modo diretto e ingiusto le conseguenze del nervosismo dei cittadini: ne è la dimostrazione l’aggressione di un addetto vendita accaduta a Livorno presso la Coop del Parco Levante. A tal proposito la Filcams-Cgil – insieme ai colleghi di lavoro – manifesta solidarietà e vicinanza al proprio iscritto, vittima di un atto increscioso e altamente preoccupante.
Evidenziamo infine che l’attuazione delle misure proposte dal sindacato limiterebbe non solo l’esposizione dei lavoratori al rischio contagio e la circolazione delle persone nelle strade, ma garantirebbe anche ai lavoratori di potersi dedicare alla cura e all’assistenza dei familiari.
Nessuno dimentichi l’importante lavoro svolto da questi lavoratori in un momento così delicato per tutto il Paese e ricordiamoci dei loro sacrifici anche quando lo stato d’emergenza sarà finito e si ripresenterà il dibattito delle aperture domenicali e festive in un’ottica di consumo consapevole.
Questi lavoratori meritano maggiore rispetto.
Marco Ghezzani,
segreteria Filcams-Cgil provincia di Livorno