21-8-17
il lavoro e le sue condizioni non si riprendono e non migliorano nonostante la presunta ripresa del PIL. I commenti favorevoli e sfavorevoli non intaccano il problema lavoro.
Da sempre abbiamo sostenuto che i provvedimenti messi in atto dalla politica non sono sufficienti e non producono miglioramenti.
Il lavoro non c’è, quello esistente è scarsamente gratificante, il lavoro-merce non produce qualità in nessun senso, come si evince dalle testimonianze che raccogliamo ogni giorno e rafforzate dalle recenti campagne degli organi di stampa.
Infatti sempre di più leggiamo che il lavoro, in particolare quello giovanile, si mantiene e si ottiene cedendo a ricatti e soprusi (vedi vicenda lavoratori Porca Vacca).
La politica nazionale utilizza bonus ed incentivi pensando di produrre lavoro e aumentando invece la precarietà e i bassi salari.
L’iniziativa si propone di incoraggiare i lavoratori/trici a denunciare tutte le situazioni irregolari dal punto di vista contrattuale e atteggiamenti vessatori. Squarciare il velo di un sistema di ricatti e vessazioni che sta devastando il mondo del lavoro sempre meno libero e mal pagato. Un occhio particolare alla sicurezza che è un’altra delle piaghe che sta devastando il mondo del lavoro. Lavoratori/trici non liberi difficilmente denunciano le situazioni border line, specie nelle piccole aziende e in quelle con preponderanza di lavoro femminile.
Un primo passo che intraprendiamo, la richiesta della sottoscrizione di un codice etico per le aziende dei settori più colpiti dal fenomeno di cui sopra, che trovi un corrispettivo premiante per coloro che aderiranno al codice. La legalità è fatta di processi trasparenti e rispettosi, di codici e accordi che ricerchino il bene comune.
Si tratta quindi di ascoltare le denunce prestando attenzione alla protezione del lavoratore/trice, la parte più fragile del processo. Elaborare una mappatura evidenziando i settori ed eventualmente le aziende meno corrette nei rapporti con i/le dipendenti.
Costruire un raccordo con gli uffici competenti al fine di gestire al meglio le situazioni di disagio, di lavoro sommerso, di mancanza di sicurezza e di forte conflittualità.
Gli appalti, sono uno dei settori, ma non il solo, tra i più fragili dove troviamo per esempio, lavoratori/trici assunte a 6 ore settimanali e dove la precarietà, soprattutto a seguito del cambio di appalto, è forte e risente dei continui tagli richiesti dalle committenze. Proprio sugli appalti stiamo costruendo sindacalmente un protocollo che cerca di dare risposte e metta i rapporti di lavoro in trasparenza. Obiettivo ridurre al massimo le situazioni di disagio vissute dai lavoratori come: salvaguardia dell’occupazione con clausola sociale in caso di cambio di appalto, rispetto del CCNL e di conseguenza delle retribuzioni; lotta agli appalti al massimo ribasso.
Nella tradizione della CGIL, andremo a cercare il disagio e ci rendiamo disponibili direttamente sui luoghi di lavoro, inoltre saremo presenti con il camper nelle zone ove si concentrano attività lavorative e nelle piazze, al fine di informare i cittadini/e offrendo anche un servizio di consulenza che metta in grado di comprendere i diritti e le tutele che il CCNL e le norme consentono di esercitare.