“Non si effettuino sanatorie ma si intensifichino le azioni di prevenzione e gli investimenti tecnologici. Le risorse investite non trovano rispondenza nella progettazione di azioni positive. Se i lavoratori/trici e le loro rappresentanze non torneranno a confrontarsi direttamente e senza intermediazioni con i responsabili istituzionali il dialogo sarà privo dei protagonisti principali. Premi a pioggia alle aziende non servono, nè premiare le aziende che denunciano di meno: in alcuni casi si preferisce infatti non denunciarli gli incidenti.
Altro punto essenziale: le condizioni di lavoro. I ritmi e i turni non rispettano più (con la complicità della politica) i ritmi naturali. I giovani sono sottoposti a sollecitazioni eccessive e sono perennemente sotto ricatto: essi saranno le lavoratori/trici che avranno bisogno di aiuto quando il fisico comincerà a segnare l’usura. Le norme che oggi ci vedono come Paese avanzato (nei fatti non direi) diventeranno allora un ostacolo. Le informazioni rivolte ai sindacati e alle RLS in tema di sicurezza non sono affatto sufficienti: con la scusa della privacy vengono infatti spesso celati aspetti importanti.
Siamo spiati in continuo ma quando c’è in ballo la prevenzione e l’informazione le cose purtroppo cambiano….
Bene celebrare e alzare l’attenzione ma adesso si deve passare dalle parole ai fatti”.