➡️ Il 23 gennaio le Segreterie Regionali della Toscana e la RSU65 si sono incontrate con i dirigenti di MIR su loro richiesta, per discutere dei temi legati alla proclamazione dello sciopero regionale del 31 gennaio.
L’incontro è stato molto pressante e difficile. Le posizioni erano molto distanti e l’azienda era tutta protesa a risparmiare risorse e ridurre il personale. Come OO.SS. ci siamo impegnati molto per riuscire a trovare un accordo con tutte quelle iniziative plausibili per contenere le continue fuoriuscite di personale. Alla fine, dopo una breve interruzione della riunione, abbiamo con molto senso di responsabilità provato a trovare una ulteriore mediazione chiedendo un numero minimo di reintegri, pur di dare una svolta in qualche modo positiva alla riunione, ma neanche questo li ha smossi. A questo punto abbiamo preso atto che non c’erano le condizioni per discutere e così abbiamo confermato lo sciopero.
Le attuali carenze di personale comportano notevoli disagi ai lavoratori che si traducono in: difficoltà ad avere giorni di ferie, carichi di lavoro smisurati, carenze di riposi, abuso dello
straordinario, oltre a mettere a repentaglio la stessa esistenza di Mercitalia Rail nella nostra Regione.
Il rilancio del trasporto merci in Toscana può avvenire solo se si ha una visione strategica di medio-lungo termine.
Lo SCIOPERO del giorno 31 gennaio assume primaria importanza perchè l’azienda valuterà molto attentamente l’adesione dei lavoratori a questa prima azione di lotta, che dovrà per forza di cose essere massiccia per consentirci di riaprire la trattativa e costringere l’azienda a modificare il suo atteggiamento.
Il primo sciopero di otto ore è una scelta obbligata imposta dalla legge, ed essendo uno sciopero breve, per dare ottimi risultati, deve avere un’ampia adesione anche per pochi minuti vista la ridotta fascia oraria.
I posti di lavoro, gli impianti, i turni di lavoro, sono il nostro pane quotidiano, non possiamo rinunciare a tutto per scelte aziendali sbagliate, non possiamo essere loro complici.
Andiamo allo SCIOPERO a testa alta sapendo che stiamo decidendo del nostro futuro ma soprattutto di quello dei giovani che verranno.